Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

\ ( 45)- tato nell'animo suo da un sospetto, sospetto di co1p~, della quale io non dico che alcuno sia rèo. .La nazione italiana no certo; nè sopra • l lei Napoleone vorrà vendiearsi. Egli può solo oramai con interpretazioni· favorevoli il più possibile all' Italia , e però , p~ù sicure all'Austria stessa, emendare il fallo che non è di nessuno in proprio , 1na è la sequela f~tale de' nostri antichissimi errori e dolori. Esercitare la sua autorità in benefizio nostro sarà un confermarla a se stesso; sarà conquistare un suffragio universale ben più ' legittirno e ben più intelligente di quello che gli. donò la corona. Imponga egli, se vuole, ai popoli moderazione; 1na la itnponga anco · ai pri~cipi, ,fqmentatori perpetui delle inquie- ' ., tudini, le quali poi P.uniscono tanto dural ' · mente ne'popoli. Quel ch'egli può e deve farr , . come 'Io deva, non tocc.a a me dirglielo. Egli già sente ehe i nostri perieoli sono suoi. Il sangue francese che con l'italiano si confuse frater- · namente sulla terra d' Italia, lo ha fatto più italiano che n1ai. Non dica che se l'Italia non saprà essere nazione, sarà oramai tutta di lei l ~ l ·.

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