Giovanni Francesco Avesani - La pace di Villafranca

- ( 27 ) - t< dalla iribuna il 29 gennaio 1'848 )>, e le voleva ripetute all'Italia: ({ quando cinquant'anni ' « fa noi abbiatno voluto possedere l'Italia, ave- ' . « vamo torto ; .m.a un torto scusabile, per- ~- eh è possederla era salvarla. L' immenso « Itnpero che si stenùeva da Roma ad An1- << burgo non fu che una grande r~ppresaglia « della celebre Convenzione di Pilnitz. Que' ~ « tempi non sono pitì; l'Italia deve sapere « che la Francia le augura d'essere indipenr « dente, lib~ra e felice » (ivi § IV? pag. 23). Ora sono più a proposito ben altre parole Ji Thiers sul trattato di Campoformio : u Con un' altra carnpagna , egli scrive , si « aveva la eertezza di distruggere la mor\at~­ « chia Austriaca, o di obbligarla altneno a (( rinunziare all'Italia. Ma Bonaparte avea più « di una ragione personale per evitare una <( nuova catnpagna. ~ l9fine, Bonaparte era << stanco; . egli voleva godere · un poco della « sua immensa gloria. Una battaglia non ag- « giungeva nulla alla gloria di quelle due cam- « pagne; e segnando la pace egli si coronava di " una doppia gloria. ;.\ quella di guerriero egli · - ,.

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