Giovanni Francesco Avesani - La pace di Villafranca

- ( 21 ) ftfortiteu1fl ·tacque. Napoleone ha parlato di nuovo: nella risposta ~gl'indirizzi laudatorii dei r Presidenti del Senato, del Corpo I1egislativ~ e ' l del Consiglio di Stato, qhe trovano sen1pre tutto ' l • ben fatto dall'Imperatore, sia quando promette ' sia quando non tnantiene, Napoleone respinge l'adulazione, e confessa ehe il suo programma ~l non è adempito; e. dice che gliene duo~ e. \· «: -credete voi, egli esclama, che non mi sia . (( costato il tron~are apertamente in facci~ « all'Europa dal mio programma il territ.orio « che si stende dal Mincio all'AdFiatico? (( Credete voi che n o n mi ·~ia costato il ve- (( dere in onesti .cuori nobili illusioni distrutte, « . e patriotiche speraMze svanite? )) . Creda chi può a . questi lamenti di Napo-- leone; ma perchè chiama egli illusione la fede eh' ebbero i Veneti 'e gl'Italiani nelle sue promesse ? . . . , . l t Egli si scusa allegando le· difficoltà del · ' troppo decantato qua~rilatero, che non è p9i · Sebastopoli, il quale fu pur espugnato senza l'artiglieria. di nuova invenzione ; ma queste difficoltà, già riferite nel celebre Opuscolo, non r

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