Pensieri di Napoleone intorno allla divinità raccolti a Sant'Elena

r.6 - ~ - lutezza, l' impurità e l'abbominazione adora te , i vizii tutti giacenti in folte tenebre tra un fracido legno e' l suo sacerdote. È questo un cul to che glorifica Dio , o piuttosto che l'offende -~'1 ? Sono queste r eligioni , sono questi dèi da paragonarsi al cr·istianesimo, a l Dio dei cristiani ? Per me io dico che no. Chiamo l 'intero Olimpo al mio tribunale, e giudico quei numi ben lungi dal prostrarmi innanzi a vani sìmulacri. I numi, i legislatori dell ' India e della China , di Roma e di Atene nulla hanno che n1' imponga. Non già ch' io sia ingiusto verso di loro : no, li apprezzo giusta il loro merito. Se '* t Queste espressioni ricordano quelle di Salomone sulla stessa materia.« Così precipitò nell'errore la umana vi ta, mentre gli uomini o pe1· secondare il proprio af- · fctto o per ingrazianirsi coi regi, diedero al legno ed ai sassi il nome incomunicabile. Nè bastò l'avere errato riguardo alla cognizione di Dio , ma vivendo gli uomini nella guerra grande della loro ignoranza, a tanti mali e sì grandi danno il nome di pace. Conciossiachè or sagrificando i proprii figliuoli , or tenebrosi sagrifizii facendo, or celebrando veglie piene d'infamità, nè la vita loro, nè i matrimonii conservano puri; ma l'uno uccide l'altro per invidia o lo contrista co' suoi adullerii, e da per tulto inondano le stragi, gli assassinii, i furti, le fraudi,

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