Jean Jaurès - Il socialismo e la guerra

- 25 - E noi, signori, noi che voi accusate come uomini di violenza, 001 che vpgliamo organizzare la lotta efficace della classe operaia contro il privilegio del capitale, noi vorremmo almeno allontanare da questa lotta necessaria e feconda tutte le agitazioni, tutti i disordini, tutte le violenze, tutto quel miscuglio di reazione e di furore che scatenerebbe oggi nella società europea la guerra esterna. ~ Ma se tale ~ramma avverrà, se 1 dirigenti d'Europa, per la loro imprevidenza od il loro egoismo, sottometteranno il mondo a tale detestabile prova, quali saranno, o signori, l'attitudine e il dovere del proletari~to i' Il suo dovere sarà duplice, e per bastare all'immensità di questo suo duplice compito, il proletariato dovrà impiegare tutto il genio che già da un secolo ha mostrato nella storia. Con un duplice sforzo dovrà prmnuovere e fare sorgere nella tormenta un ordine sociale nuovo liberando il lavoro e organizzando la pace, e, nel tempo stesso, dovrà vigilare affinchè la indipendenza necessaria delle nazioni, l'integrità necessaria delle patrie non restino vittime della catastrofe scatenata dal!' imprevidenza dei dirigenti. (Discorso alla Came1·adei Deputati, 1905). Guerra santa. Noi non potremmo accettare congratulazioni per il nostro patriottismo, e non facciamo ai nostri avversari l'ingiuria -di congratularci con essi del loro ; ma con gioia profonda abbiamo inteso dire da alcuni realisti : « Al primo colpo di cannone, noi partiamo gridando: Viva la Re~mbblica..... » . La liberta unisce tutti i figli di Francia nella saggezza. Essa, come è il nostro orgoglio all'interno, all'e~terno è la nostra forza. Ormai, qualunque cosa avvenga, o che abbiamo la pace, come è la nostra speranza, o, per la colpevole follia dell'aggressore, la ~uerra santa per la nostra Francia adorata, libertà e patna resteranno inseparàbili. · (L'action socialiste, La paix). B blioteca Gino Bianco

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