Il governo fascista nelle colonie

ERITREA 25 I IL COLPo-DEI TERRENI Dobbiamo per ultimo toccare di un pericolo che è forse per ora potenziale, ma che diverrà gravido di serie crisi per l'Eritrea, se non si provvede a tempo. Intendiamo i tentativi di ripresa di una speculazione, che si vara sotto lo specioso titolo di colonizzazione italiana. È noto che la popolazione indigena occupa sia come pastori, sia come agricoltori, tutto il territorio migliore, non lasciando naturalmente disponibile pei colonizzatori che le terre meno fertili, nelle plaghe più disagiate e lontane. Tale stato di cose è, del resto, oggi comune a tutte le colonie del mondo. Per questo gli inglesi non colonizzano le Indie; vi commerciano i loro prodotti industriali, vi acqui• stano ciò che è necessario alle loro industrie, governa• no il paese e, governando, ne tirano rendite e stipencli pei loro funzionari, soldati per la loro politi.ca. Il colonizzare, nel senso che è ritenuto comune• mente da noi, non fa invece che porre in contrasto gli interessi degli indigeni con quelll dei nazionàli della madre patria, e raddoppia la difficoltà politica e militare del governo. Questo noi sperimentammo duramente in Eritrea al principio della nostra impresa. Ma la nostra amministrazione coloniale si formò assai presto una sana esperienza, e riuscì ad evitare il rinnovarsi <li incidenti come quello cui dette luogo il Martini che, governatore all'Asmara, volle un bel giorno concedere a coloni sopraggiunti ubertose terre tolte agli indigeni. Le popolazioni fecero allora una rispettòsa, ma eloquente dimostrazione. Si portarono in massa e senza armi all'Asmara, aggrupparono presso il palazzo Bib' oteca Gno Biarco

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