Alla gioventù italiana

-95 - Se dai .governi d'Italia ~non è, permessa la tolleranza delle rc1igioni, ·noi vi dobbiamo çQl nbstro contegno, per quanto .n· è possibile, sopperire, .conversando e fraterniz- - zando con cò'loro che diverse credenze, diversi culti pro- . fe~sano. Nè ciò porta pregiudizio all' incretnento del cattolicistno, o alla nostra unità religiosa. Chi più della Francia, senza toccar.e -. di altri, tollera le religioni, e chi più di essa non solo pel passato, ma anche di presente conservasi ·eminentemente cattolica? Ma quì non mi sento a un tratto opporre la irreliglone e l'empietà dci · filosofi francesi del secolo scorso c .d i tanti altri 'letterati moderni: al che rispondo che una setta o· una fazione, non conslitùì giamn1ai il corpo della nazione. · . L'unità cattolica in Francia nulla soff~e, e se diamo uno sguardo alle credenze crisliane onde è penetrato l'uni :.. versale dci francesi, 'e alla loro religiosa pietà, vedremo ch'ella supera in fallo di bontà ca·ttolica le altre nazioni; e se volgiamo la In ente al suo clero,. ove lo troviam noi pit't puro di principj, più moral.e, e più specchiato di costunli? dove riscontransi gli scandali, duoln1i il dirlo , che ogni giorno, ci vengono porti innanzi dai nostri preti? Ii ella culla stessa del Cristianesimo, e alla presenzJ del 8 u premo Gera rea? Mi basti l'avere accennalo .questo esempio, non essendo del mio assunto trattare e discutere più ampiamente la qnistione' se sia o no --in gener~ vant~ggiosa alle nazioni, sotto qualu~que rapporto, la toll~ranza clelle religioni. Facendomi a dire degli Ebrei, di u·na classe così nun1erosa e ricca nnche tra di noi, dico, cb·' eglino ~erit.ano a1nore. rispetto, e stima al pari di qualunque altro. Uomini, cittadini, itali ani , sono i giusti titoli che ess i ci reca no innanzi, e coi quali altamente reclan1ano, se non i a consider.azione dci governi' percbè dispotici , quella al- !TICnO della nazione a cui appartengono.

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