- ~}3viltorka di nn nemico forte , da :nn no frcdJa e ord·i·nata ·condotto, c· col portare una Sjlada ai Hanchi , o col fa re bella mo;,tra d.i sè nelle parate c fra le graziose italia ne. N è meritiarno certarncntc di misehiare i nostri nomi e di starei a lato o degli Arnericani, o dei Francesi, o ' dei Greci, o dei Polaceh i, o dc 01 i Spagn uoli : tu t ti ero i a pett~ dei quali non siamo che pigmei. Le bellezze patrie, la rnagni fi eenza dei nostri templi, la rnaes tà dei nostri edifizii, la purità del nostro Cielo, anzichè a onore conferi re, fanno vieppiù risplendere l'onta -e la picciolezza nostra. Veramente ridicola razza noi siamo quando a gloria nostra ·s'invocano ~ veramente stirpe vigliacca noi siamo, quando possedendo e ingegno e intelletto e forza, o non conos(·iamo che noi stessi novella gloria acquistare dobbiamo, o. nulla 'curiamo che le nostre menti e i nostri figli allo straniero prostituite siano ; e che i frutti dell e ubertose campagne di pascolo servano allo straniero. Alla lùce per questi veniamo; per lui viviamo: i nostri nati, le n1og1i nostre, allattano per lui; da lui ci vantiamo tòrre perfino e concetti e letteratura, e costurni e vizi~ e disprezziamo fecondare l'italiano genio che Id-d io non mancò d' infondere nei fi gli d' ltalìa. Se questa condizione spregievole sia o no, voi vel pensate: se la nostra viltà sia al colino, se il rimbrot tare chi alto vi rarnpogna, sia un aggiugnere obbrobrio a ohbrobrio, ditelo voi, bar bar i che .siele. Cess iamo una volta di vantare coll a presunzione di Pon1peo che percuotendo la terra col piede, scaturiranno legioni; .mentre poi deboli come lui, vili COli! e i suoi ~egnaci e svergognati fuggia rno, lasciando Ro ma, e l'Italia nude, spoglie di armati, in balìa di pocbe nerni che sc hiere. Cessiamo una volta dalle nostre pazze millanterie; dai nostri discorsi e fievoli tentativi, onde la novella generazione perduto l'esempio di code$le puerili là a vera energia, a vero genio nazio n ~tlc sia educata c crescin la.
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