Alla gioventù italiana

- 86 - non potevano al certo opporre una v <l lida res 1stcnzt~. 1\ ppiccossi nulladimeno coi soldati di FcrdinanJo una zn ila accanita , e dopo breve conflitto, <.:00 uispcrato valore dai prodi esuli sostenuto, furono questi , lasciando gli uni e gli altri dei morti c dci ferili, tratti in catene. Nel giorno 25 di luglio de11844, crebbe il numero , dei martiri della libertà italiana! ATTILIO ed El\IJLIO BANDIERA, NJCCOLr\ RICCIOTTI ' DoMENico MoRo, gravemente ft::rito, ANACARSI NAuoi, G1ovA NNI V ENEnucci, GIACOMO RoccA, FRANCEsco llERTI ~ , DaMRNlCO LuPATELLI, morirono di fucilazione, l'ultimo respiro vitale mandando, colle parole sante di VIV /l L' IT 1\LI1\. N' and() lieta l'Austria. I suoi perfidi rnggiri, con~ dussero a fine una tragcd i a' Òé11 buon esito della qualç . IJOlcva solo sr era re una tregua ai suoi spaventi. Il vile Ferdinando, emulo di Carolina e di Ferdinando IV ~ avi di Jui, rappresentò la parte del carnefice. I discendenti della Culatrese legione~ degli eroi che la componevano, di qufsli difensori della lib~rtà, vili e tremanti mirarono ]a carneficina di quegl' Italiani che a indipepdenza, a libertà li chiamavano: itale palle mise~ r amente squarciarono le mcm bra di prodi italiani! Inorridjrono al crudo fatto gli abitanti di quelle contrade: gl'Italiani tutti spaventaronsene: moltis ~imc l agrin1e, sulla lornba dei valorosi esuli v~rsate furono. Ma i pianti, e le lamentazioni, e le querele, alle donnicciole lasciar dobbiamo, Italiani: non valgono elle a frenare od a cacciare del tutto la tirannide che ci stà sul collo, e che fortemente ci aggrava. Le armi sole, il coraggio e P·unione degne sono di uomini e di noi, e hanno efficacia di propulsare le soldatesche nemiche; e 6no a ehc tali mezzi con ogni studio, con ogni audac.ia . per ado ttare non siarr,o, sciocche donne ci reputeranno gli stranieri , non uo1nini : sciocche c deboli donnu sarcrno }

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