Alla gioventù italiana

• -48A tqu istò l' .1\ ustria più estesi confini nella Poloni·a , s' ebbe la Lomhardia, la Dalmazia, Venezia, e si rese padroni! dell'Adriatico: s'ebbe_ con ciò u~. ingrandimen~o di qualche rilevanza nel suo SISL<:ma pol1tJco, e nuove v1e di cornmercio aperte; s' ebbe un por t. o nell'Adriatico per a sportare ed esitare i suoi prodotti~ prima prigione, prima schiava, ora libera, ora potenza mediter·ranea, ora il suo ambizioso intendimento soddisfatto. Cre}Jbero alla pole nza Prussiana da quattro milioni di sudditi.· 'foccò alla ,. Il. ussia la Finlandia, la navigazione quindi del Baltico. S' ebbe Londra infine, la Maltese isola, chiave del N.ledi terraneo. Rientrò la Francia, dopo di avere comLattuta l' Europa, e dopo avere nella sua capitale veduti sventol are i vessilli stranieri, nei suoi limiti naturali; fu l'Italia più di prima tag1ieggiata e schiacciata.· N e nacque che Russia, Prussia e Austria immensa preponderanza avrebbero acquistato per l'avvenire nella politica e nella diplomazìa Europea; i cni tristi effetti , poco mancò non sentisst }.,rancia .nel 1830 , quando per bisogno di armarsi e di sostenere l<i propria rivolnzione, adescò e diede speFan.ze .di aiuto ai Polacchi e agl'Italiani, che :poi tradì, pere h è quelle potenze occupate tenessero. E questa preponderanza la veggiamo pure oggigiorno, c.he rompe i trattati, e minaccia d'invadere tutti quegli stati che piccoli e dìpende11ti sono. · Noi . italiani, oltre i mali che ho sin qui accennati, oltre le tristi conseguenze che da questo nuovo sistema politico europeo, e soverchio ingrandimento dell'Austria, risultarono, ben altri ne avemmo. l'uttochè nelle nostre popolazioni' un certo spirito di attività e d'indipendenza generalo si fosse, c' impressionammo però di massime e di grande amore pei Francesi. Lingua, costumi, idee· .e quell'avere con loro divìsi tanti pericoli, e tanti gloriosi fatti, operati nelle })altaglie , produssero in noi un certo vincolo, direi quasi, di

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