Alla gioventù italiana

- 34Il popolo francese alto si levava se paragonasi a quello delle altre nazioni. Di genio già assai sveglio, mostrava a' que' tempi una inquietudine insolita, e l'agitarsi, il muoversi, e le novità erano in lui un pressante bisogno; )e idee di libertà venute dall'America, quelle che tutto giorno gli si venivano instillando dalle dottrine dei filosofi popolari, il ridicolo che questi spargevano sul cattolicismo, la nullità in cui era stato fino allora, della quale cominciava ad avere conoscenza, e le persecuzioni ~ dei nobili, producevano in lui l'effetto sovraccennato, tale rendendolo, che alle prime occasioni avrebbe rotto qualunque freno e qualunque ritegno. Vediamo adunque·che quivi il popolo camminava d' accordo colla parte colta, e letterata della nazione, e ne seguiva in tutto gli andamenti; cosicchè nelle riforme che si reclamavano, le forze m'aggiori della società concorrevano a uno stesso punto. Immenso vantaggio del quale anda~ono prive le altre nazioni. Evvi pure un'altra differenza da notare. In Francia il movimento e la tendenza ai miglioramenti e alle novità muovevano dal corpo della nazione' e non dal governo ' .mentre negli altri Stati i sovrani stessi facile orecchio porgevano ai filosofi e letterati, e mostravansi da questo spirito riformatore trasportati. N è pensavano che quanto erano per effettuare in prq delle popolazioni, avesse poi a tornare di pregiudizio all'autorità loro assoluta. Avevano essi risoluto di emanciparsi totalmente li alle pretese della Romana Corte, per cui abbisognavano dell'a p poggio dei popoli, onde dalla costoro superstizione, stimolata dai gesuiti ed altri affetti a Roma. non fossero distratti nel proseguimento delle loro intenzioni. E questa io reputo fosse la precipua cagione che muçveva alcuni sovrani a qualche condiscenden~a in vantaggio del popolo e a soddisfarne i più urgenti bisogni. Non voglio però si creda che io assegni la medesima

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