Alla gioventù italiana

",...,. - ~J. - Non l'oppressione, non le vessazioni ingenliliscono i popolani e ne rattemprano le immoderate voglie, ma i mezzi di lavoro, ma bnon esempio, ma una provvida arrtministrazion~ e il saperli con frutto avvicinare. l colti Bolognesi vorrei acl unque si ravvedessero, e rammentassero che il ·popolo nel 1843 sparse il suo sangue; che sette popolani furono n1andati alla fucilazione per la causa Italiana, che, diciamolo ad alta voce, le rivoluzioni le fa il popolo, le sostiene e le difende il popolo. Questo pazzo popolo quando fosse giudiziosamente diretto e dominato; quando venisse condotto con saggi, miti, e patrii sentin1enti·; quando dai cittadini dimentico non fosse e disprezzato, non si proclamerebbe già più per bestiale, indomito e senza freno alcuno. La popolare aura in balia non sarebbe del primo demagogo che proclamando libertà e rigenerazione, gli si afferisse e a rabbia il stimolasse. Non si troverebbe chi ~scoltasse le menzogne-! e le calunnie degli oppressori quando dicono necessario essere mettere un freno alle popolari licenze, ad altro non conducenti che al sovvertimento di ogni ordine e civile e politico e religioso. Abbiamo osservato in genere qual è la natura del popolo. Ma quando si parla di questi, si dà a conoscere di averne troppa temenza, ed io credo., sia in gt"an parte soverchia. Di fatto , allora pure che il popolo geme nella oppressione aspetta se m p re il colm o prima di sollevarsi. Muove querele pazientando, prorompe alfine, ma in allora se fassi a commettere dei ' disordini e delle esorbitanze , devesi darne la colpa a una eccessiva oppressione, e a coloro i quali non avendolo educato, poca o nissuna influenza hanno sopra di lui. · Io mi so bene che un siffatto parlare, tirera m mi addosso la taccia di piaggiatore dci popoli, d i essere del novcro di que' che alle parole loro pretendono i nomi lu-

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