E. Ruggeri - Della ritirata di Giuseppe Garibaldi da Roma

3t ' 'III. l Uh monte altissimo e scosceso dal Iato che domina l'Adria~ tico, procedente in meno aspro pendio da qnellò che tocca la provincia di Urbino: una zona di terreno 1appiè di esso ondeggiante in . fertili colline e valli per un diametro di quasi sei miglia, comprendono la terra di S. Marino, antica quanto le sue tre castella, famosa per leggi e tradizioni. . · Sede del governo e custode di belle memorie è una borgata sorgente alla cres-ta del dirupo, mentre un'altra che ne siede alle falde settentrionali fiorisce per traffico di produzioni. . Un popolo, puro quanto i fondatori delle -sue istituzioni, generoso, ospitale, di proprie fatiche fa ubertosa ·quella- terra: uomini scelti a suffragio la reggono a repubblica. Il governo dei papi fu sempre non lieve ostacolo ai magna- . n·imi sentimenti di questi uomini educati alla fratellanza ed all' amore. Ma benchè le mille volte attraversato dalle mene della tenebrosa politica clericale, il . diritto d'asilo vi rimane tuttora, protett? dalta tra~izionale sua vetustà, e dalla simpatia dei governi europei. · " . S. Marino era il solo paese orJportuno alle mire di Garibaldi , e tutte le stie cure~ Jii vqlsero a_ potervi giungere senza venire cogli austriaci a combattiroento. · Intanto nuove masse di nemièi avanzavansi per varie strade onùe _lagl iarli il cammino verso il centro delle Romagne. Era d' uopo stare in attenzione per deluderli da lungi e non essere obbligati ad eseguire marcie di fianco od a retrocedere sotto i loro oc- ; chi, nelle condizioni in cui trovavansi ridotte le legioni, e cagionare l'estremo crollo alla pericolante fortuna, con un conflitto a forze tanto disuguali• . · Marciò tutto il giorno 29 per strade montane, che talvolta perdeansi nei boschi o finivano ~n torrenti che era forza pas~arc a guado, di continuo perseguitato il suo retroguarrlo dai cavalli nemici e dai cacciatori, e la sera giunse a Macerata Feltria, ove · appena ~tabilito il campo, nuovamente minacciato da forze imponenti fu costretto, suo malgrado, di rimettersi in çammino, per scegliere una posizione in CQi il nemico non pdtesse senza fatica e pericolo venire nuovamente a molestarlo. Il giorno seguente oceupò il convento di Pietrarubbia. . Ma evidentemente gli austriaci non poteàno tener dietro nelle ~ontinue marcie ai nostri che in velocità e sofferenza non la ce- '4evano ai più esperti stracorridori. · Alla sua partenza da Pietrarubbia che avvenne nel pomerig-

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