Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

95 Al vel materno si teneano strette, · E l'una e l'altra il ciglio inumidita Di qualche lagrjmuccia alquanto stette; Poi lievemente sulla cetra avita, Qual soleano coll' avo, a lor talento · Steser furtive le tremanti dita: E sia dell' innocenza al t o portento, Sia che i~ for1na infantil fosser due Dive, Sia pur prodigio del divin concento; Ecco dall'urna le serr1bianze vive Apparir dell'estinto in bianco aspetto, Corn' astro cui I·ugiada circoscrive; Con braccia aperte, e con paterno affetto, E con gli occhi su lor grondanti e chini Tutte in un gruppo ei si traeva al petto: E a la i d'incontro con volti supini, Come a colon1ho il cibo a dimaudare Coi sporti colli i teneri pulcini, Eran rivolte le sembianze care Di tanti amati volti, a cui fean velo L3grirne tante e dolcemente an1are; Talchè mosso gridai da vivo zelo: Ferma, amico irnmortal, ferma, che fai? Vuoi tu forse con te condurle in cielo? l

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