Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

84 Ecco la figlia mia semplice e schietta, Che taciturna un foglio 1n' appresenta, E par che pace al mio dolor prometta; E leggo che puc' anzi al .sol redenta Fu la spoglia mortai di Raffaello, Di cui Natura ormai più non paventa, Poichè polYere è fatto il suo pennello Che fu intinto nel sole, ed essa ·intanto Per lui non teme il para gon del Bello; E che il cenere insigne all' ossa accanto Giacea dell' amorosa Bih1ena Ch'ebbe dall'amor stiO lagrime e vanto. Alzo gli occhi alla tela, e visti appena l I nudi tratti non ancor parventi, Col pensier corro alla funerea scena; , E mi figuro quelle ossa eloquenti Che Angelica farfalla rnatutina Abitò in mezzo al fior degli elementi, Fra me dicendo: «Se Natura affina La creta ove abitàr l'anime belle, Esser questa dovea quasi divina, Come diverse son le p11re celle Ove l' ape ripone eterio mele Dall' alvear di vespe inique e felle: 1

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