Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

E per giuoco io dolean1i , ancor che avvezzo A sì bei nodi, e il vivere beato M' era di servitù soave prezzo. Ed oh , tornar potesse i l dolce sta t o ! Chè libertà d.' ogni dolcezza pri va Non vale i lacci del tempo l)assato ~ Così verso il suo fine ella sen gi va .1 Ed io, pensando al tempo che trascorse, Cantava armi ed eroi cinto d' t1liva; .(6) ) E con1e il dente Longobardo morse La Santa Chiesa, e come a nuovo in1pe1·o )) Carlo Magno vincendo la soccorse. Ed ella, indovinando il mio pensiero, Poneami in seno i figli, e sullo scudo Locarli le parea d'alcun guerriero. Poi l' italo Cultor d ' ogn i arte ignudo A cantar presi, ed i suoi ceppi infra nti , Quando un secol domò feroce e crudo Quel Magno che l e ville cir~ ostanti » Dall' ernpio culto ch e sed usse il mon do Sotto i suoi ritra ea vessilli san ti. E così pago del ten1po g iocondo Con Lei n1 ' avvicinava al t1:. isto gior no, Di cui più trist o non vedrò il secondoo .... .)

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