Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

12 Sorga la generosa anima pia Dalla qu!ete della gelid' tlrna , . Fatta più bella e più gentil che pria; E al haglior della lampada notturna Che ne in1bianca l'avello e finge il giorno, Dolcemente pensosa e taciturna VoJ gendo il guardo riposato intorno, Rivegga il Genio che con Lei movea Di più d'un raggio della vita adorno. E così (fra se dica) esser dovea Quel puro Genio che guidommi in queste Rive, dov'io sol vidilo in idea. Quindi a mirarne le fattezze oneste, Goda quaggiù di soffern1arsi alquanto, Chè il bello è pur tra noi cosa celeste. Ma qninci e quindi al fido Genio accanto Sculte in veder le ·atnpolle lagrin1ali, U' sta de' figli e di me lasso il pianto, Poichè non lice a Lei di noi mortali Le lagrirne asciugar (qual chi s' invola Per la pietade ) al ciel rivolga l' ali, E di te nuovo Fidia, a quel da Nola (r), Che a Lei fu patria e il cener suo non ebbe' E a Buonarroti faccia ne parola;

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