Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

11 Nè tutte al dorso ha ripiegate ancora Quelle piume, ond' avriano invidia i venti Che soglion fidi accompagnar l'Aurora; Poichè forse in quegli ultin1i momenti In che fu tolta all'amor mio Colei Con cui tutti periro i miei contenti, Volea 1)er la pietade insiem con Lei Trar1ni là dove tutto in Dio si vede, E dove in suo candor la rivedrei! Cl1è se un dì l'amor nostro àvrà pur fede l Da questi marmi tuoi, Scultor famoso, Cui ritrarre il pensier Dio stesso diede , Di qua. passando il peregrin pietoso, Dirà fra se: sia pace a Lei che cari Ebbe a1nata del pari e figli e sposo. Cosl per lo scarpel d ' altri men chiari Vissero i non1i delle donne ama te, E n'ehber voti e lagrirne gli altari : Or d'Isabella mia forse le grate Ceneri, lieve sentendo la terra Farsi dalle tue lapidi animate, F ia che balzin di pieta, e se pur guerra Non fa Morte ad un cor che a tutti apria Colei che senza sdegno andò sotterra ;

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