Giuseppe Faravelli - "Democratura"

rendono impossibile la vita ed il successo politico di nuove formazioni socialdemocratiche. Anche ammettendo che abbia qualche giustificazione morale l'atto di coloro che hanno dichiarato di abbandonare definitivamente il P.S.D.I. ed hanno iniziato un nuovo movimento, certo esso costituisce un evi• dente e grave errore politico. Non ostante le manifeste deficienze dei quattro partiti della coalizione democratica, resta pur sempre vero che il rafforzamento del margine di sicurezza della democrazia è una perentoria necessità che noi pure a Genova riconoscemmo, a1la quale la corrente di sinistra voleva soltanto che non si provvedesse col premio di maggioranza e coi connessi imparentamenti, ma con altri mezzi più serii ed efficaci e più rispondenti ai principii della democrazia socialista. Invece i compagni che d hanno lasciato, oltre che hanno dovuto, per dare qualche vigore elettorale al loro movimento, accettare l'alleanza di persone e di gruppi che non hanno lo stesso loro pensiero, compiono opera diretta a logorare ulteriormente, fino a distruggerlo, il margine di difesa della democrazia, contribuendo a creare un'estrema polarizzazione di forze, che noi, al contrario, ci siamo sempre sforzati di impedire, e la cui probabile conseguenza sarebbe quella di determinare immediatamente un'alleanza della D. C. con i monarchici e di preparare così l'avvento di un regime salazariano. E non crediamo davvero che questo « tanto peggio » - logicissimo fine dei totalitari - possa avere per gli amici socialisti che ci hanno abbandonato, rendendo più difficile il nostro compito, il valore di un « tanto meglio »; anzi riteniamo che aver contribuito a creare l'accennata possibilità in un momento in cui le forze socialiste non sono certo atte a sostenerne l'urto, sarà per essi motivo di rimorso. Purtroppo non riteniamo oggi possibile che i promotori di questo movimento si ritraggano dalle posizioni su cui sono giunti e che non hanno più niente da fare con le comuni posizioni di Genova. Auguriamo che queste nostre considerazioni trattengano molti dal seguirli, inducano altri a riesaminare il perico1oso sbocco verso cui stanno avviandosi. Auguriamo che la temuta minaccia di un regime salazariano non si avveri e speriamo che le forze di coloro che sono ora divisi da noi si ricongiungano alle nostre per riprendere con noi la lotta per quel pensiero che ha ispirato il nostro comune atteggiamento al Congresso di Genova ed a cui noi siamo ed intendiamo restare fedeli. UGO GUIDO MONDOLFO GIUSEPPE FARA VELLI Milano, 25 aprile 1953. Biblioteca Gino Bianco

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