Giuseppe Faravelli - "Democratura"

raZione è stata una rivoluzione lalHta, pressapoco come le rivoluzioni che ne1l'altro dopoguerra noi vedemmo prodursi in Germania, in Austria, in lspagna, in Polonia e in qualche Paese balcanico. La cosiddetta « rivoluzione antifascista» ha infatti cangiato, e neppure interamente, le soprastrutture politiche del Paese; ma ne ha lasciato intatte quelle economiche, sociali e morali. E bene dire subito che la colpa principale e imperdonabile di questo fallimento spetta al bolscevismo e soprattutto ai suoi giannizzeri fusionisti, il quale e i quali di altro non si sono preoccupati se non di mettere le mani sul numero maggiore possibile delle leve di comando centrali e locali, per il previsto colpo di mano che avrebbe dovuto inserire il nostro Paese nel sistema sovietico de1le democrazie popolari che deliziano i popoli oltre il sipario di ferro. Il bolscevismo e il fusionismo hanno sequestrato la classe lavoratrice distogliendola delittuosamente dal suo compito rivoluzionario. Dì qui tutti i mali che sono avvenuti ulleriorme11te. INVOLUZIONil REAZIONARIA. Che cosa è avvenuto? E avvenuto che, assente la classe lavoratrice e passali i primi momenti di paura, le vecchie classi e caste reduci dagli amplessi fascisti, dopo essersela cavata con qualche vergognosa taglia (vergognosa più per chi l'ha presa che per chi l'ha data), si sono rinfrancate, hanno rialzato la testa e a poco a poco hanno ricostituito il loro vecchio predominio economico. Guardatevi intorno: industriali, agrari, finanzieri, burocrati, militari, ecclesiastici (da non dimenticare che la Chiesa, olJre che potenza religiosa e politica, è anche una grande potenza economica, e con che appetito!) sono tutti al loro posto come prima, meglio di prima. L'esponente politico, ossia l'ombrellone sotto la cui protezione è avvenuta questa riscossa borghese è stato il Partito democristiano, vuoi per le ragioni buone che ho indicato or ora, vuoi per rngioni meno buone e pessime. Per adoperare una espressione più circoscritta, l'esponente politico della riscossa borghese è stato l'inamovibile ministro Pella, con la sua gretta politica di puro ministro del bilancio, col suo sedicente liberalismo economico a senso unico, il quale significa obbiettivamente questo: mano libera al capitalismo e ai monopoli! La mia analisi è sommaria. Naturalmente sul fenomeno hanno influito potenti fattori internazionali: a partire dalle necessità dell'ultima fase della guerra antifascista per giungere alla recente necessità del riarmo impostoci dalla politica imperialistica di Stalin. Le deboli, quantunque ben intenzionate, resistenze del nostro Partito e di una parte della stessa Democrazia cristiana sono state vinte e IO Bibl oteca Gino Bianco

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