Giuseppe Faravelli - "Democratura"

deve mettersi alropera IMMEDIATAMENTE, senza la menoma esitazione. Si può ritenere che l'urgenza della minaccia incombente sulla democrazia consigli o imponga di fare, in pari tempo, ricorso a qualche espediente, a qualche stupefacente, per dirla con Saragat; ossia a qualche congegno elettorale che allarghi il margine di sicurezza della democrazia in Parlamento, prima ancora che nel Paese. Ma sarebbe errore mortale propinare la morfina o la cocaina senza pensare ad altro, rinviando l'operazione chirurgica sine die o rimettendoci alla Provvidenza. Di stupefacente in stupefacente il nostro Partito - e gli altri partiti democratici con noi - diventerebbe un partito cocainomane, votato cioè a morte sicura e vergognosa. E con lui la democrazia in Italia. Ora la soluzione effettiva, genuina del problema dell'allargamento del margine di sicurezza della democrazia NEL PAESE, non può effettuarsi che da un lato: dal lato della classe lavoratrice. Su ciò dovremmo essere tutti d'accordo! P. inutile che vi ripeta una spiegazione già data brillantemente da Saragat. Purtroppo noi non siamo in Inghilterra e neppure in Francia, dove la borghesia, almeno nelle condizioni attuali, è conservatrice ma non sovversiva nel senso fascista di questo termine. In Italia è impossibile fondare la democrazia sulla destra, ossia sul consenso della classe borghese capitalistica, anche a prescindere dalla tendenza generale del capitalismo, in questa fase della sua evoluzione, verso forme tecnocratiche di dominio. La Democrazia cristiana ha fatto negli anni scorsi il tentativo, di cui le andrebbe dato merito se non avesse speso troppo, di guarire la borghesia nostrana dalla malattia cronica del massimalismo e del sovversivismo. Essa è riuscita a liquidare il qualunquismo e a trattenere per un certo tempo sotto le sue ali gran parte della borghesia industriale e agraria; ma oggi, come han rivelato le ultime elezioni arriministrative, non ce la fa più. Sarà la riforma agraria, sarà quel che voi vogliate; fatto sta che sul fianco destro della Democrazia cristiana si è verificato un grande franamento a vantaggio dei monarchici e dei fascisti. L'allargamento del margine di sicurezza della democrazia non può dunque essere operato che a sinistra, dal lato della classe operaia; ed io sono esterrefatto quando sento certi compagni deJla nostra destra proclamare che dal lato della classe operaia« non c'è da farsi illusioni ». Ma allora? C'è da trarne la conclusione che costoro non hanno ormai più fiducia se non nella morfina e nella cocaina, e sono quindi già rassegnati alla morte della Repubblica democratica? Se noi non riusciamo a portare nella cittadelJa della democrazia - ma sollecitamente! - almeno una parte della classe lavoratrice che ne è fuori indifferente od ostile, una parte, ad esempio, una buona parte 8 B1b1oteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==