Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

-64 - nella migliore ipotesi non si oppone che alla recidiva. Malgrado i pregevoli lavori dei criminalisti antropologi, il delitto rimanendo pur sempre il solo segno sicuro della costiluzio11e delinquente, la pena giunge, nei rapporti individuali, come il soccorso di Pisa. La carie è già sviluppata e la cura è probabilmente infruttuosa. Per quant' è p·oi della terapeutica, cui purè accenna il medico Lelorrain, non crediamo di dovervi insistere. Se la si volesse applicare socialmente come rimedio profilattico del crimine, pensate a che nuova f! strana foggia di legge dei sospetti ci si vedrebbe condotti. Il signor Lelorrain ha fatto bene a scivolare, senza addentrarsi, su tale argomento. - VIII. Eppure c'è un rimedio meno malagevole e che al dotto francese non pare sia neppur balenato. Invece di pensare a cambiar direttamente I' organizzazione degli individui, più facile e più fruttuoso è mutare quella della società. Gli individui si modificheranno, per legge biologica, in ragione diretta dcli' ambiente e delle condizioni. In una società organicamente e necessariamente viziosa, dove lo sfruttamento dell'uomo è il cardine della convivenza, dove pochi eletti gavazzano alle spese d~lla miseria e della degra- ·dazione della maggioranza, e il più impudico contrapposto di doviziosa· ignavia e di -lavoro 81blioteca G111081dn1.,u

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