Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

I - 38 - par. XX e successivi). Ed ecco che Romagnosi, trattando l'argomento in apposito studio (1), dopo avere sagacemente criticate le fon/i stntistiche in questione e la loro· interpretazione, ed osservalo che la tesi che se ne pretende dedurre si riduce a dire « che col progredire in santità si moltiplicano i peccati, che collo svi/uppamento sano di un corpo si moltiplicano i malori, che col rendere gli uomini operosi, rispettosi e cordiali si moltiplicano gli infingardi, gli attentatori e i maléfici » - conchiude cosi: « il vero incivilimento per la sua stessa virtù fa scemare i delitti di qualunque sorta. » « Non confondiamo la moltitudine domata ed incurvata a{ lavoro, coabitantecon pochi raffinati, con un consorzio di conviventi in civile colleganza.» « Il bue ed il cavallo coBbitano col bifolco, ma non formano una società con lui.» Ecco dunque Romagnosi socialista. L'aumento dei reati per lui non viene dal benesserema dalla presente « barbarie decorata. > « L'ordine supremo non viene impunemC11te violato, e la natura va all'equilibrio anche a traverso le ruine. » (I) Osservazioni statistiche sul Conto generale del!' Amministrazione criminale in Francia nel 1827. Biblioteca Gino Bianco

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