Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-(9o )- essere il conte di Barge, ,colonello dell' esercito sardo, aver dato la dimissione e ridursi a Torino, fn intrattenuto parecchie ore , ma poi lasciato partire, e giunse a Nizza sempre conservando l'incognito. Fece ivi chiamare l' intendente ch' era Teodoro di Santarosa figlio dell' illustre che morì in Grecia combattendo per l' indipendenza della medesima e datoglisi a conoscere, gli fu preparata una vettura chiusa con regolare passaporto. ll Santarosa salì in carrozza col re , ed appena il Santarosa toccò della speranza di tempi migliori, Carlo Alberto impo~porò le gnancie e con voce concitata rispose . « In qualunque luogo, ed in qualunque tempo si alzi da ordinato governo una bandiera contro l'Austria, possono esser certi gli austriaci di troval,'mi sempre soldato nelle schiere de' loro nemici. a Queste furono le ultime parole dette da lui in terra italiana. Varcava il confine del suo paese che aveva tanto amato, ed Oporto accolse l'esule augusto, e da quell'estremo lido mandava alla patria parole di figliale ed inestinguibile amore, che venivano riportate a Torino dalle deputazioni della camera e del senato andate a recargli omaggio e conforto. Da molto tempo la salute di Carlo Alberto deperiva, conseguenza d'animo travagliato da lotta incessante, di rammarico per tingiuste accuse~ di lavoro eccessivo ed anche di pratiche religiose di penitenza e di macerazioni. La sua robusta tempra avea battuto fin·o allora contro tanti urti, ma le fatiche dell' ultime campagne nelle quali spesso divideva gli stenti del semplice soldato, il disastroso viaggio , parte a cavallo attraverso le montagne nevose da 'folosa, alla Carogna e sulle sabbie ardenti da Villa, da Conde, a Cazal de-Pedro e più ancora il dolore infinito della sventura italiana vinsero le sue forze ed il 28 luglio i 849 terminò una vita piena di affanni ma viva di gloria. Le sue spoglie mortali riportate in patria dal vascello sardo il Mozambano giungevano a Genova nel 4 di ottobre e dieci giorni dopo venivano composte ad eterno riposo nelle reali tombe di Superga. L'eloquenza efficace de' fatti aveva chiarito l'animo e le generose intenzioni di Carlo Alberto. La sua fine miseranda avea tocco a pietà anche i più caldi avversari della di lui politica, e da quel dì sconfessarono a gara le tristi imputazioni colle quali ne turbarono la vita. Sulla tomba hanno confine gli umani sdegni e le passioni s' acquetano e la giustizia riprende vittoriosa l'impero contrastato. Carlo Alberto fu soprannominato il Magnanimo spontanea manifestazione di affetto e d'ammirazione del popolo italiano. In difficilissime circostanze eredava la corona sabauda Vittorio Emanuele imperciocchè aveva il nemico ne' propri stati, ed i suoi popoli divisi da intestine di~cordie .

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