Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 70 )- zate concernenti il suo dipartimento. Queste raccolte sarebbero state mollo non tutto. Non sono state fatte . In tanto il sistema municipale è senza codice, cosi il daziario, così \"eccles iastico c via discorrendo. Intanto manca il eodice civ il e, il penale a quello di procedura civiln e penale. Il nuovo sis tema giudiziario non è compiuto, il pubblico mini ~tero non ha la direzione delle istruzioni scritte, i tribunali nuovi devono giudicare con procedure parte nuo- ,.e, parte vecchi e, la collocazione devono man tener leggi che non sono scritte costudire la uniform ità del disordine. Invano a favo re dell a necbssiL:l dei codici sorge la debole opinione di pochi CJ uando ormai che finalmente è propugnata dalla ragione universale, imporciochè tutti gli stati eivili ed incivili la riclamano perchè anco la Turchia fa codici. Or basta il !:enso comune per ri- • tenere che quello che fanno tlJtti, può essere fatto anche dalla Toscana, e quello ch' è buono per tutta de' v essere buono anche fra noi. Manca il perfezionamento della istituzione municipale per mezzo della quale la sua azione sia eflìcace nella comunità, sia distesa nella provincia senza. essere soffoccata dalla centralità. Allora la ' ila civi le in luogo di condensarsi nella sola capitale, si spanderà in tutle lo parti dello stato, gli officj municipali .soddisfacendo ai bisogni, e alle ambizioni locali diminuiranno quell' c~sercito d( postul:mti che si precip ita sul governo centrale per prederne d' assalto tutti i posti. Mancano poi quelle istituzioni che formano lo spirito pubblico, perchè formano le menti e i cuori ai principj morali. La chiesa è la mass ima parte di queste istituzioni. Poi vengono le scuole ed ucative ed istruttive, quindi tutti quelli stabilimenti che esercitano gli ingegni e aprono onesto arringo al corso del pensiero nazional e. Una adatta censura della stampa non occupa l'ultimo posto. Essa non deve temere il pensiero, ma deve contentarsi di porgli il freno della propria moderazione. Severa coi cinici del giornalismo, con le frivolezze corrutrici , con i libri che rendono anche i sogni ministri d~l vizio e dell ' imprevidenza, sia amica degli studj gravi e conscienziosi fossero anco ùi natura politica e di pubblici interess i. Un buon libro elle tratti saviamente dell e cose attuali è 'una voce che impone gi!enzio a tutte le lingue che gridano senza saper perchè ; è una mente che impone i suoi pensieri alle teste vuote e che appunto più suonano è un maest ro che fa. tacere gli scolari e senza che se ne ac1:organo gli svol ge dal fare il male. Quanto più saranno i giornali onesti e gravi, i libri meditati e interessanti i\ presento , tanto meno sa ranno i cartelli le stampe clandestino e le infamie che hanno per carta le muraglie e por

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