Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 39 )- trui che per indole ·contro le medesim9 diveniva stromento d.i martirio. Ciò diciamo perchè convint~ che il Piemonte solo può esercitare parte influe-nte su i destini d'ltalia, specialmente a petto dall' Au· stria, e sco13o di questa dispotica e barbara potenza che rinnovò i giorni d'Attila e talvolta superò quella tigre in nefandità ed in barbarie fu sempre di dominare il governo di Piemonte che }ra la Francia e lei potesse quindi in qualche modo preponderara anche su quella. Ed all' epoca di cui favelliamo credeva agevole l'Austria dominare il governo di Franeia, il quale era nelle mani di Luigi XVIII, dispotico per inùo\e ed educazione oscillava di continuo fra la Carta che nel suo grado avea giurato e l'antico feudalismo che sotto altre apparenze tendeva a ripristinare. Frattanto l'Europa cominciava ed inquietarsi su lo stato delle cose di Francia. Il sistema elettorale ivi adottato dav-{l grand'ombra ai potentati d'Europa, e cercavano a tutt'uomo distruggerlo. Ma non potendovi riuscire concentrava r Austria tutte le sue forze morali sul Piemonte. Avvalorata nelle sue dispotiche tendenze da Alessandro autocrata delle Russie , lasciava a quello d' infi~rire nel Nord, mentre essa poteva a suo talento manomettere cd affligere l'Italia; e minacciava la Francia. La potenza d'Alessandro era certamente grande e formidabile, avea ristabilita la pace d' Europa aveva esercitato sovrano predominio nei congressi , avea veduto scolorarsi innanzi alla propria, la fortuna d' un uomo più grande di Cesare, ma in quell'epoca divorato dalla melanconia visitava lontani paesi senza poter sfuggire a se stesso, e per assopire i suoi vaghi dolori si cacciava in tutte le agitazioni della sua. epoca. Stretta in Aquisgrana la santa alleanza coll'Austria e colla Pru:;sia sospingeva la sua preponderanza su tutti i troni d'Europa, ora incuorando popoli alla rivolta come i greci per sottrarsi al giogo della mezzaluna , m3. ribadendo le catene del dispotismo come fece- nel congresso di Verona, ove in una conversazione col cantore dei martiri dicea , Piacemi assai elle voi siate venuto in Verona perchè così mi è dato di rendere testimonianza alla verità avreste mai creduto anche voi come i nostri nemici vanno dicendo che l'alleanza è una. parola che ad altro non serve che a coprire ambizioni. E queste poteva esser vero nell'antico stato delle cose, ma ora che il mondo incivilito periglia non trattasi certo d·interessi particolari, ma vi può essere più politica inglese., francese, russa, prussiana, austriaca, non vi ha più che una politica generale, che vuol essere messa in comune dai popoli 8' dai re per la salvezza di tutti. Ecco ch' io pel primo mi mostro convinto dei principii su i quali fondai l' alleanza , ecco in una

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