Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 2~ )~ naro col di spotismo più eiTcrato, e col trono e colla dinastia dei Borboni voleva quindi la leg ittimità pel convincimento de vantaggi che ne poteano derivare. Voleva per ultimo la religione imperciocchè non può la società far senza la stessa, ed all a medesima. sono chiamati i napo litani per convincimento del l0ro cuore, c per l'ardente imaginat iva meridionale eh& 1i trasporta al fanatismo èd a preg iudizi. E quel buon popolo desiderera darsi interamen te al suo re a lui restituito dall 'a rmi de' confederati e per anicendare de' casi, che dall 'alto del trono avea sancita la costituzione e sull 'altare gi urata. Questi erano i desideri del popolo napoletano ne' più di· screti po tevano essere, ed appunto dalla mitezza de suoi modi tro- • Yar dorette argom\mto di lagrime e di cordoglio. Il lutto che se· gui ai politi ci commovimenti fu lungo essendo che le piaghe fatte erano profonde ne' sì presto potevano rimarginarsi. Il debito pubblico notabilmente si accrebbe, le finanze dissestate i gi udizii dell e corti m<lrziali in tutto il regno moltiplicati, ed il numero degli infelici e de' martiri aumentato. Il re tornò ad essere tiranno~ ed i ministri carnefici. Ma se i rivolgimenti fatti in Napoli per la costituzi one venivano strozzati dall 'Austria il desiderio di possederla. si dilatava minaccioso in Piemonte. Spenta la lotta del pensiero in un angulo, più rigogliosa ~orgeva in un altro, la costituzione era divenuta desiderio potente o necessità pei popoli, potevano i despo_sti guerregiarla , ma i libe· rali si adoperavano a tutt' uomo per tener vi va la fi accola della reazione come le vestali in Roma il fuoco sacro , nè morti , nè prigionie nbero a tUvcllere il sentimento energico dell' oppo~ i· zione. Il Piemonte era governato dai patrizii più aderenti al regg i· mento ·assoluto e tener i delle vecchie istituzioni, da preti irosi e fanatici, e da 'gesuiti che umili erano entrati e protervi poscia dominarono. I privileg i erano accordati da governanti a chi solamente per essi par teggiava , mentre chi era stato propugnatore delle idee liberali veuiva spiato, congedato se occupante imp iego respinto se per avventura a qualche posto asp irava. La fazione dominante commetteva alcuni abusi che svegliarono lo sdegno del popolo, le sette che nell'ombre lavoravano a spargere dottrine avverse alle dominanti scalzavano il potere assoluto alcune ingiu· stizie commesse da chi amministrava insciente il re finivano per farlo crollare. I migliori ufficiali educati nei campi napoleonici mal soffrivano la burlJanza di alcuni nobili che erano in alto locati nella milizia , e la memoria delle riportate vittorie e della gloria passata rendeva più amaro lo stato presente. L'amministra-

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