Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( H9 )- straniera dandone ella per la prima il funesto esempio, che quanto allo stato attuale delle cose, all'attuale forma di governo, alla proclamazione della repubblica, alla dichiarazione di perpetua decadenza dei Pontefici, dal p_otère temporale, era la solenne espressione, la volontà generale del popolo pienamente manifestata dal suffragio univer:;ale. Gli inviati opposero che non tutti gli elettori votarono c per ciò non può chiamarsi generale espressione il voto dell'assemblea. I triumviri risposero che se non tutti gli elettori votarono ciò deve attribuirsi a loro mancanza e forse perchè era stato loro segretamente imposto di astenersi dal votare; che però i votanti costituivano decisa maggioranza, e che la nessuna opposiz ione fatta dagli assenti chiariva la loro annuenza alle deliberazioni fatte dagli intervenuti; che finalmente consultassero nelle vie legali il popolo, e vedrebbero ripetuto il voto già espresso per la decadenza del poter temporale del papa e per la. proclamazione del governo della repubblica. Ma gli inviati persistettero pel loro ingresso in Roma. In allora i triumviri radunarono l' assemblea e le diedero contezza di quanto era corso fra essi c gli inviati gel generale francese. L'assemblea dopo la communicazione avuta. del triumvirato e dopo matura ragionata discussione ha risoluto ad unanimità di commettere al triumvirato di salvare la repubblica e di rr.spingere la forza . Questo decreto dall'assemblea venne accolto fra vivi e generali applausi popolari. Quanto magggiormente il generale Oudinot si sforzava di far credere ch'egli era venuto come amico, tanto meno le sue parole ottennevano feéle, per cui il governo diede precisi ordini perchè la ci ttà di Roma fosse provveduta d'armi, di m'unizioni e di viveri. Il municipio di Civitavecchia proiestò contro l' invasione france :;e dichiarando d'esser stato tradito in buona fede e di volere la repubblica a qualunque costo. Dietro tale protesta il generale francese si l0vò la maschera d'amicizia e dichiarò questa città in istato d'assE>dio. Quando in Roma pervenne tale notizia, tutte le milizie romane erano a bivacco presso le barricate alle porte della città. Gari· baldi si trovava co' suoi prodi a monte Mario, altri alla chiesa. nuova, la cavallflfia a piazza nuova, uno solo era il grido di tutte queste milizie, morire o vincere. Nel giorno 30 aprile all'avvicinarsi de' francesi i nostri erano nel modo seguente disposti. Ll prima brigata comandata dal generale Garibaldi composta dalla prima legione italiana del battaglione universitario, battaglione de' reduci, legione degli emigrati, e finanzieri mobilizzati occupava fuori delle mure tutta la linea di porta Portese a porta San Pancrazio .• la seconda brigata composta da due battaglioni della civica mobilizzata e del primo leg-

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