Alessandro Schiavi - Il catechismo del campagnuolo

- 17 - dotti? Ma dite, e la terra non rende forse anch'essa .pitt di prima colle colture intensive ? R. - Infatti così dovrebb 'essere; ma come pos· siamo noi prat icare queste colture? Perchè, vedete, tutto si va trasfo rmando nelle campagne come si è trasformato nelle città . Qual mi vedete, io, prima d' andare soldato, fu i una sol volta in città. L a nostra vi ta, .l a mia e quella di tutta la fam ig lia, era ci rcosc ritta a l nostr0 campo e al nostro villaggio. Il nonno prima, il babbo poi, reggitori di casa, andavano una volta alla settimana al mercato per portarvi le frutta, i polli , le ova, i !l}Uiali,_i vitelli, il g rano, e quando "tornavano narfavano le lunghe, interminabili discussiani che do· vevan fare sui prezzi con dm~, tre , quahrQ e più compratori, prima di mettersi d'accordo e collocare il loro prodotto. Ma oggi tutto è cambiato: oggi per il grano si va in piazza, si pre_senta un campione, il mercante in.grosso, sul prezzo della g iornata, vi compra magari tutto il grano che glì è offerto. Lo si por t<t alla stazione e via. Per _i foragg i la stessa cosa , per le barbabietole c'è lo zuccherificio, per i polli e le . frutta vengono i mercanti a casa e li portano via e li spediscono a vago~1i all'estero. Oggi, insomma, non si vende più o quasi ptu a questo o a quel privato, ma tutti vendono allo stesso compratore. Questo per farvi capire come persino nella v.en· dita mutano i .metodi e i costumi di un tempo . Per questo occorre andare spesso in città per t~­ nersi al corrente dei prezzi ·dei generi , e occorre Biblioteca Gino Bianco

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