Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

48 Alessalldro VI , Giulio JJ e Le:.me X Vcncre c gli altri Dci furon d' in:orno A Jovc, c tutti supplic:1.ron quelli , Che l' alt ro dl, ch'era el suo di adorno, Dovesse f;~ rc lieti i roman belli : Jove alla prccc gli Dei fè content i, E Junon fè spazzar l'aria da'venti. Senza una nube Febo Dafne mira, P:1 rgli veder tuttavia in alloro, Vulcano la rete alla sua stanza aggira, Per Marte svcrgognar nel Concistoro, Acheloo spesse volte sospi ra , Che gli par tuttavia tornare in Toro, Sentesi Tam.burini, trombctte e zu foli, Che li uom~n i minacciar chi Tori, chi Bufoli. Armassi in Roma il Dio molt i pedoni , Chi trO\'a usb:-rgo, corazza c chi fa lde, Chi cimicr, braccialcu i c chi pennoni, Fassi livrea ogni uom per aver la udc, Chi monta sopra bardati ronzoni; Era le voglie a ciasc un di pari calde, Ogni casa che abbia arte un uomo :umato Al Campidoglio si manda onorato. Dapoichè fu ciaschedun ragunato Al Campidoglio con magnificenza, Com'era di ciascun per ordin dato, P!.!r fare al !or palazzo rcvercnz:1, Public:uncntc si (a comandato Che non se uscissi della ubidiem:a;

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