Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

t1~l Otrnet•ale di Roma 4) Anco se: alcuno nel tempo prcterito Non a'•essc descritto, c ora con calida Voluntà acquistar volesse merito, Vuo\ che la Musa mia rimanga squa lida, E quello acquisti ulivo, c il plettro di auro, E la corona del vircntc Lauro. Clio, che già mi ha f:tvorito tanto, In questa il tub favor tutto si impetra, 1\cdò diletti a ciascheduno il canto, E fa, che Apollo ben tocchi la cetra, Che certo con lo :~j uta suo mi vanto Non f:tr già questa storia all'altre tetra, Anzi forse di fama fia immortale, Bcnchè l.:t. festa sia del Carnovale. Nel tredici dapoi mille c cinquecento, Nell'ultimo anno di Julio secondo, Essendo cl Furor Gallico gi:\ spento, La Cisma della Chies:t gi ta al fondo, Poncvasi requie al timore al tormento, Mostr:wasi ciascun lieto e giocondo; Onde per ques:o in Roma si significa Per Carnovale una Festa m:tgnifica. In ques to tempo el romano Senatore Era uno illust re Cavaliere c Conte, ~on so, se degni già di tanto honore, Port:t sua f:tma scritt1 in su la fronte . Partenopcjo di p:ltria cr:1. Doctorc, Nomi n:tto dall' uno l'altro Orizontc,

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