Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

42 .Alessandro P' I , Giulio Il e Ltone X Carnovo~ lc minac.: ia a molta più favorita Fcst:1, che lo anno passato, et acciochè se ne possa f:~rc para· gonc, la ho compost:t, et in verso rimmo messa, acciò publi c:1mt:nte dalli boni ingegni sia gust:~ta. Et pcrchè, chome al giovine virtuoso et costumato, atte la dir izzo, acciochè qucll:t per lo tuo cognosciuto ingegno acrescha et di laude, et di honore. Stia (sic) sano; et m:mticnmi nella grazia tu:l , chome insino al presente mi hai mantenuto. Sarrebbc .:: rido c secco dc Elicona El sacrosanto fonte caballino, Se talor quando :1 1la mente risuon:1 L:!. Musa :~ffiata dal c:t lor di\•ino, Non si isvegliassc b. Lira Alceona Per attaccarsi :tl dolce Apollo al crino Delle cose pretcrite la gloria Del re di in l:t non ne farà memoria. Però prosumptuoso la mia penna Faccio vergare con lo atramcnto il foglio, D..tpoich' cl Carnovale veggo mi accenna A' Ludi antichi già del Campidoglio, Bcnchè qui il senso e la r:1gion contcnn:1, Che l' uno mi dice dell'altro io non voglio, Perchè i romani hanno sublimi ingegni Al descriver di me assai più degni. Sicchè alquanto al descrivere mi perito, Ma ca nterò con rima poco valida,

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