Marco Antonio Canini - L'unione elleno-latina

-25latine : io primo proposi che vi fosse compresa anche la greca. Mi rivolsi a Cairoli, che fece grandi elogi del mio disegno. « Mi consigliano, disse, a meltermi io stesso alla testa di questa società: forse lo farò . >> Alcuni amici di lui intervennero ad una riunione prepnratoria. Poscia mutò pensiero : influenza di donne !.... Ne parlai con Depretis : « È uua grande idea (mi disse), ma non ancora matura. Questa unione la faremo in seguito >> . Finalmente undai da Mancini e gli proposi di farsi capo dell'Unione (società). Egli sembrava disposto ad accellare, qu:mdo io dovetti lasciar Roma e starne molto tempo lontano. Sono Cairoli, Depretis e Mancini che hnnno fntto la triplice alleanza, la quale è l'assoluta negazione dell'Unione elleno-lntina, c pone l'llalia a rimorchio dei più fieri nemici delle r ilZze latine e ddla greca ! Non Lisogna dimenticare che al di sopra dci nostri mediocri uomini di Stato, c'è una mente snpcriore, dominatrice, quella dd gt·an cancelliere tedesco, del più fiero nemico delle ra zze lali11e, delle slave e della elleuic:-~, abilissimo a set·virsi di tulli i mezzi per riuscire ai suoi scopi. Certo gli enori della Francia e le diffidenze da essa destale spiegnno in pnrte, ma non giustificano quel patto che fa gongolare di gioia tulli i reaziouarii d' Ita!iu più o meno mascherati. Nè si può dire che la democrazia itnliana sia scevra di colpa. Anche prima che la politica krurni1·ica non offendessB l'amor proprio de?;l'lLaliani, una pnrtc dei nostri democralid, anche di quelli che vanno pet' la mnggiore, (come, nel 1876, il Cavallotti) credevano nccellaui le l'nll eanza austriaca. Il favorire l'Austria perchè si prendesse la Bosnia e l'Erzegovina ed occupasse poi la ~lacedonia, sembrava loro una cosa naturalissima, purchè ne venisse a uoi qualche vanla(?:gio. Era quella la trista teoria della dei compensi. Si sono riscossi soltanto quando si accorsero ch'era,;. vamo stati gabbati e che oltre il danno avevamo avuto anche le belfe. Invano altri opponeva loro, che un palto dell'Italia coll'Austria a quel fine sarebbe immoralissimo, del pari che

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