Resoconto del 3. Congresso d'esilio del Partito socialista italiano (1937)

co numero uno della umanità llbera, cioè 11 Je3Sfals~u~vparobabHe degli avvenimenti è quella che l'otatòTe ha descr1tto, che co- .sa concluderne ? Che cl vuole una p0lltlca consona agli Immani compitl che stanno di fronte al proletariato internazionale ed a noi. IJ contpagno Nenni si augura che Il Congresro dl.scuta tenendosi lontano dalle ml.serablll questioni di persona, dall~ simpatie e dalle antipatie, dai rancori. Tutto ciò che è meschino dev·essere spazzato via. CHE COSA OOCORRE PER LOTl'ARE E PER VINCERE Che cosa occorre per lottare e per vince~l~:i1a. di tutto bisogna adeguare 11 nol&tro .splrito alle esigenze del grandiosi tombattlmentl che sono In prospettiva, aumentando, svUuppando 11 lievito rivotuzlonario delle masse. In secondo luogo bisogna adeguare la struttura del Partito In Italia ed all'estero, alla guerra clvile che non può essere una 1mprovvlsazto~e eroica, ma che è un'arte, da Imparate. In terzo luogo occorre migliorare I quaétrl del Partito. Qui si p0ne Il problema <iell"unltà sodaltsta. Sono problemi dlftlclll da risolvere senza il fermento delle grandi convulsioni rlvOluzlonarie. L'oratore lascia da parte l'unità organica coi comunisti eh~ non si può risolvere nel momento in cu1 sllanio ancora discutendo della unità d'azione e che pone problemi di organizzazione non ancora maturi per una soluzione. coi massimalisti l'oratore crede che il problema sia stato già posto chiaramente. C'è là un gruppo operalo che present.a per noi un grande Interesse, perché si tratta dl compagni col quali abbiamo lottato assieme per lunghi anni. Noi ttobblamo aiutare questi compagni ad evaden? dall'isolamento Jn cui si consumano. Ma la parentela spirituale del masslmali8ruo marca 1937 col P.O.U.M. o con movimenti analoghi, cl deve Indurre a non tare nessuna concessione ldeologtca a tendenze che praticamente &i traducano nel sabotaggio della rivoluzione. Con e Giustizia e Libertà> noi abbiamo lavorato insieme. pot cl siamo separati per 1ncompatlbll1tà di carattere e di programma. Oggi G. L. si auto-definisce soclalis\.a, prolet.aria, lnternazionallsta. Se lo è nella pratlca, noi tro\·eremo presto 11punto di ~!unzione. In ogni modo c'è là una e.sperlenza che la classe operala può utilizzare con vantaggio, se questa esperienza si fonderà con le altre esperienze operaie. abbandonando l'llluslone di una funzione direttiva. dall'esterno. Ma quando Il nostro spirito e l,1. strutturo. dell'organizzazione fossero adeguate alle esigenze del tempi, quando I quadri del ParUto fossero !l.rrlcchltl di nuovi elementi, potremmo noi. con gli appoggi che abbiamo In Europa, considerarci In grado di prendere da soli la direzione deUa lott..1 antifascista ? L'ALLEANZA SOCIAl,1S1'A-C0)1\JNISTA No, non lo potremmo . • senza l'alleanza del partito socialista col partito comunista la classe operala, in un certo numero dt paesi, fra cui n nostro in prima linea, non può fare un passo innanzl. Questa convinzlone si potrebbe dire che oggi è unanime nel nostro Partito. Senonché non giova nascondere che sotto l'unan~mltà di facciata cl sono del modi profondamente, ro.dlcalmente diversi dt concepire l'unità d'azione. c;•e chi la concepl..sce come una. cosa statica, come un meno peggio, come un rlplego. li relatore sostiene che essa è la condizione e slne qua non> della vltt-0rlosa offensiva deLa classe operala contro Il fascismo. Noi dobbiamo fare della unità d'azione una salda alleanza, per marciare poi alla conquista delle masse ed all'urto decisivo rivoluzionarlo col nostro nemico di classe. Noi abblamo con 1 compagni comunisti una prospettiva analoga, lo stesso obbicttlvo politico - la democrazia, la mede- :sLmavolontà di abbattere Il fascismo, una tattica convergente. Si è detto che l'adesione del comunisti alla democrazia è una commedia. Se la e commedia> si recitasse a porte chiuse, potremmo temere di essere corbelllatJ . .Ma la e commedia> si recita davanti a mlllonl di lavoratori ed allora 1 soll corbellati sarebbero coloro che impostassero la plU gigantesca battaglia politica della -&torla su del princlp11 che fossero decisi a rinnegare doma.ni. Non, quindi, 1 soc1allstl. Si è detto che I comunisti si propongono non tanto di abbattere il fascismo In Italia, quanto di staccarlo da Berlino _per r!durre l'effl~nza del blocco antl~ bolscevico. Una preoccupazione di questa naturn è stata molto evidente in una fase della loro poJlUca, verso la. fine del conflitto etiopico. Ma 1 comunisti s:anno come noi e meglio di noi che la Russia non può liberamente respirare se non sl abbatte n fa!Scismoin Ital!a ed In Germania cd alta lotta hanno dato una cosl tng~nte SQmma di sacrifici che 3arebbc ingiuria gratuita attribuire loro fini dlver- _,._ B o ,o•eca Gino 81,mc o

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==