Quaderni di cultura repubblicana

nome del caporale Barsanti fucilato a Pavia, come reo di cospirazione contro lo Stato monarchico. Come abbiamo visto a proposito del moto genovese del 1857, egli fu sempre restio alle cospirazioni mazziniane, condotte contro la mona rchia di Vittorio Emanuele II, perché esse urtavano la coscienza nazionale, la quale - a torto o a ragione - vedeva nella monarchia sarda, rispetto a tutti gli altri Stati, un elemento costruttivo a favore del Risorgimento. Ora, poi; che si era conseguita l'unità sotto questa monarchia, quel giudizio dell'opinione pubblica si era rafforzato, tanto più che, dopo un periodo di anormalità e di caos, si chiedeva in Italia il ripristino di una sicura fonte di autorità. Bisognava dunque che il movimento repubblicano si facesse strada non sfidando e provocando l 'autorità e l 'opinione pubblica, ma dissociando queste due forze con una lenta opera di propaganda civile, che dimostrasse le insufficienze dell'autorità monarchica e che spronasse l'opinione a nuove e più avanzate richieste, quali il suffragio universale, la piena libertà di riunione e pacifica associazione, la scuola laica ed obbligatoria, l'abolizione delle imposte per i non abbienti e il criterio progressivo di tassazione degli abbienti, la convocazione di un'assemblea costituente. Sotto l'avanzare di queste istanze sempre più sentite, la monarchia avrebbe dovuto flettersi o frangersi; cedere al popolo, trasformato via via da una lenta e sana propaganda educatrice, o scontra rsi con esso ed assumere una fisionomia reazionaria. Da questa scelta della monarchia si sarebbe determinata, in seguito, quella dei repubblicani, tra la continuazione di questo metodo graduale e pacifico, che egli chiamava evoluzione, e un uso, più giustificato dalle circostanze, dell'altro metodo, la rivoluzione. Egli voleva che si lasciasse alla monarchia il tempo per 14

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