Quaderni di cultura repubblicana

l'aborrito nemico, non spensero il suo desiderio e la sua ansia di azione e di rivendicazione, e quando gh eventi straordinari del secondo semestre del '48 e dei primi del '49 fecero salire la stella di Mazzini. egli accorse in Roma. Quivi, durante l'epico assedio, è colonnello di stato maggiore dell'esercito della Repubblica. Si trova quindi in questa qualità vicinissimo a Mazzini, triumviro. Il compito che egli svolge presso di lui è importante e decisivo. Di fronte alle minacce imminenti di tutte le potenze conservatrici (Francia, Spagna, Austria, Due Sicilie), un'opera dura si impone con la massima urgenza: riorganizzare l'esercito. A questo scopo Mazzini vuole creata una Commissione di Guerra, che inizia il difficile lavoro sotto la direzione del generale Avezzana. ministro della Guerra. Magna pars, anzi anima di questa Commissione, è Carlo Pisacane. In lui Mazzini ripone la massima fiducia. • La fronte e gli occhi di Carlo Pisacane parlavano a prima giunta per lui, la fron te rivelava l'ingegno e gli occhi scintillavano di energia, temperata di dolcezza e di affetto ». Cosi scrive di lui Mazzin!. E prosegue: " Traspariva dalla espressione del volto, dai moti rapidi non risentiti, dal gesto, dall'insieme della persona l'indole franca, leale, sicura. n sorriso sereno tradiva una onesta coscienza e l'animo consapevole di una fede da non violarsi né in vita. né in morte. Era la fede italiana: la fede nella patria avvenire, nell'unità repubblicana d'Italia e nel popolo per fondarla». Alla fiducia del Triumviro rispose pienamente l'opera di Carlo Pisacane. Praticamente lo Stato Romano, che, per altro mancava di qualunque tradizione militare, non aveva un esercito e bisognava quindi crearlo. Il Pisacane non arretrò di fronte a questo arduo programma. Iniziò la requisizione di armi, il reclutamento di cavalli e di ogni animale da soma, ordinò la fusione di campane, la fabbricazione di cannoni, dette luogo a regolare reclutamento di truppe. In questo modo si poté costituire un esercito regolare avente una forza di circa 50.000 uomini alle armi (cifra per allora e per le condizioni dello Stato Romano assai lO

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