Via Consolare - anno II - n. 1 - gennaio 1941

spontanea giovanilità e la caustica sincerità delle sue espressioni ci o/frissero / 'occasio11edi fare un punto d'un fondamentale interesse, oggi che appassionate revisioni delle posizioni etiche ed estetiche coincidono, nello spirito dei giovani, con le titaniche 11icendedel conflitto militare e politico. Ci sbagliamo, forse, se pensiamo che la gio11enttì italiana opera in questo momento la propria più alta maturazione e dimostra di essere la più sensibile alfa lezione dei tempi? Il fatto u guerra 11, accingendosi a segnare ancora una volta il proprio passaggio nell'esperienza della nostra civiltà con nuclei'. di impressioni, con stimoli di innovazioni, lascia chiaramente vedere, a un osservatore documentalo, che condurrà alla definitiva affermazione nel campo dello snirito. e. più in concreto, in quello delle espressioni artistiche, della te11denza già ai111ertita verso una piiì cosciente vastità di assunti, una maggiore coralità di temi. una più intima comprensione delrepos sociale. Affermazione questa non gratuita se si pe11sache le cosidetle poetiche d'eccezione non sono riuscite a sviluppare da sè la tessitura ideale di vasto respiro necessaria ad affermarle durevolmente e se al contrario si tiene presente il desiderio implicito in tanta della migliore poesia ·- magari in prosa - e pittura e scultura e architettura attuale di ancorare nel ritorno alla migliore nostra tradizione le conquiste de/l'ultimo quarantennio combattutissimo. L'arte non la si raggiunge coi pii desideri, sta bene. Ma non è evidente che la tragicità di una guerra vastissima nello spazio e nelle risonanze potrà aprire la strada ad un pi,i esatto rilievo della figura spirituale umana come tale. e cioè intesa ir, quello che essa ha di universale e non di ciò che essa presenta di eccentricamente sviluppato in nature straordinariamente distillate _'J Con questo nessuno deve pensare di potere imporre alla coscienza moderna lo spettacolo di forme retoriche ripetute da mano meccanica e pantografica, nè di restringere l'enorme visuale scoperta a se stesso dal pensiero rinascimentale e posteriore in una costretta limitazione di temi di propaganda. Ciò non intende certamente dire neppure l'amico Paternostro, il quale nel suo arllcolo di contingenza polemica, non fa altro che fronteggiare i11 sede morale le deteriori conseguenze di un moto di pensiero tendente alla aristocratizzazione delle forme e all'interiorizzazione dei temi dell'arte, logicissimo invece in sede storica e realizzatore in sede artistica di parole fra le più profonde dell'umana vicenda. Il decadentismo. ganJZaoriginaria di svariatissimi atteggiamenti, ultimi dei quali quelli che, in Italia, hanno suscitato le pilÌ recenti polemiche pro ed antiermetiche e che attualmente hanno una coda ne/l'opposizione del premio Bergamo a quello Cremona, ha avuto la sua storica ragione di essere; ragione,. in senso passivo, perchè motivato da condizioni di stanchezza e di reazione ad un'arte impossibilitata a vedere oltre ad una sola dimensione delle cose. in senso positivo, perché sviluppato da ingegni fra i più acuti della storia, ha tenuto svegli gli spiriti e ha elaborato una serie di netti interrogativi che ora costituiscono i segni di contraddizione attorno VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì ai quali dovrà svilupparsi la futura dvi/là poetica. 1 u poetini n dei quali parla Paternostro non sono se non gli i110biliglossatori e i rimaneggiatori orecchianti di una triplice generazione artistica che ha ricondotto la lirica a zone di profondità quali ha raramente conosciuto. Possiamo anche dire che, nonostante una certa persistenza di stanchezze formali, raramente una lirica ha presentato l'aspetto di tanta sanità quale quella odierna protesa verso la affermazione di un ottimismo che scaturisce dalla fede profonda nella poesia rinvenuta i11 tutte le manifestazioni della vita, anche microscopiche. Raramente, noi diciamo, e' è stata tanta sostanziale affinità fra le certezze poetiche di un'epoca e le contemporanee germinazio11ipolitiche (Ricordiamo il tempo d'Augusto e l'oraziano <e Carpe diem n). Soltanto si vorrebbe che. in attesa del- / 'ampliamento di respiro che la vicenda storica di questa guerra dovrà arrecare ai I. L-' h ' I • ~...,;.. ___ , ,~_;___ temi ancora appena affioranti della 11ostra J/rica, certe chiesuole leggermente settarie. vagamente intestardite ad officiare in qualche cenacoletto sacro alle esteriori forme decadenti, ammantate per l'occasione di orpelli e porpore aristocratiche, approfittassero dell'an110sabbatico per abbandonare le formule inaridite, anche se ancora, specialmente per i giovani, attraenti. -Niente reazionarismo quindi, niente iconoclastie contro asserite arti degenerate - sarebbe bello che dopo essere giunti a comprendere umanamente, anche se non ad avallarlo, il peccato nel campo religioso, emettessimo anatemi feroci nel campo dell'arte, - ma evoluzione, giusta elastica ritmica evoluzione connaturata all'uomo, la quale, contro le formule. ingenerosi alibi dei cervelli a surrogato, fa sempre trionfare le idee che non siano prodotte dalle distilla_zioni multiple di segreti lavoratori ma die siano pfoiezior,i nell'infinito delJ'eterr,o modulo umano. a. r. i Disegno cli Verlicchi 5

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