Una città - anno III - n. 28 - dicembre 1993

Il Progetto Genoma e l'errore di voler spiegare tutto con un unico linguaggio. Un progetto anche economico e industriale. La propaganda sulla cura dei tumori. Intervista a Elena Del Grosso e Anna Garbesi. Elena Del Grosso è genetista dell'Università di Bologna. Anna Garbesi chimica del C11rdi Bologna. Potete spiegare questo "progetto genoma"? Elena D.: Prima di dire che cos'è il progetto, è meglio spendere due parole per definire il termine genoma. Con questo termine si intende il corredo genetico di un organismo, comprendente le unità informazionali - i geni-, le porzioni che controllano la loro espressione, le porzioni che consentono la loro trasmissione alle generazioni successive. Tutto questo costituisce il DNA. Quantunque esso si trovi nel nucleo della cellula, deve la sua attività alle relazioni che si stabiliscono con l'insieme dei componenti cellulari, i quali, a loro volta, dipendono dal tipo di cellula e dal momento dello sviluppo. Quindi ciascun individuo è il risultato di una storia di relazioni che si stabiliscono tra il suo genoma e il suo ambiente, nel senso più ampio del termine. Invece il progetto genoma umano prevede di individuare, isolare, analizzare i geni umani come se fossero strutture isolate, la cui funzione è indipendente dal contesto. Oltre questa, la critica che più comunemente viene fatta a questo progetto anche da parte di scienziati quali Lewontin, è che esso si caratterizza prevalentemente non per il suo aspetto scientifico, ma per quello economico industriale, che coinvolge, insieme agli "scienziati", le multinazionali della chimica, delle biotecnologie e dell' informatica. Perché è stata presa questa molecola come base di tutto? Elena D.: La storia è lunga e complessa, ma semplificando molto penso si possa partire dalla scoperta della struttura a doppia elica del DNA e del codice genetico, cioè delle regole di corrispondenza tra geni e proteine, entrambe avvenute negli anni '50. Due scoperte che sono insieme tappe importantissime di un lungo cammino e la conseguenza di una scelta determinante fatta in precedenza. le differenze del colore degli occhi e dell'altezza Alla fine del secolo scorso bisognava dare una spiegazione delle maggiori teorie evoluzionistiche che, da una parte, desse conto del- )' invarianza, ossia della capacità degli organismi viventi di trasmettere immutati i loro caratteri, dall'altra parte, della loro contemporanea grande variabilità e capacità di mutare ed evolvere. Osservando gli organismi di una popolazione, ad esempio quella umana, vediamo che alcune caratteristiche, come il colore degli occhi, si presentano in lNPOL ASSICURAZIONI maniera discontinua e sono evidenziabili come grosse differenze di tipo qualitativo, mentre altre, ad esempio l'altezza, si presentano in maniera continua e sono evidenziabili come piccole variazioni di tipo quantitativo. Con la riscoperta delle leggi di Mendel si scelsero praticamente quelle caratteristiche che per facilità di computo, dianalisi strumentale, di isolabilità, erano più idonee a essere identificate. Attraverso una serie di semplificazioni la genetica ha messo da parte progressivamente i fattori di variabilità e si è concentrata su quelli di stabilità e sulla ereditarietà, arrivando a una relazione lineare di causa-effetto e a una normalizzazione per cui tutto ciò che si discosta dalla norma diventa eccezione, difetto genetico, mutazione. Inquesto percorso è stato determinante l'ingresso nella biologia, a partire dal secondo dopoguerra, di un folto gruppo di fisici, profondamente influenzati dal libro Che cosa è la vita? del loro collega Schroedinger. In esso si ipotizzava che l'ereditarietà si basasse sull'esistenza di un "cristallo aperiodico" composto dalla successione di poche unità semplici. La scoperta della doppia elica del DNA, questa lunghissima successione di quattro unità semplici su cui si basa la continuità nella trasmissione dei caratteri ereditari, ha concentrato ulteriormente attorno a essa l'attenzione. il lungo affare di tre miliardi di coppie di basi Anna G.: L'entrata di molti fisici che venivano dalla fisica nucleare, abituati alla semplificazione estrema, ha ovviamente anche comportato inconsciamente l'illusione che tutto, alla fin fine, pur nella complessità dell'equazione, fosse spiegabile con le proprietà prime dei costituenti del nucleo. Cioè che tutto si spiegasse con le leggi base della fisica. Ciò che era parso ragionevole per la fisica si è creduto che potesse trovare lo stesso tipo di ragionevolezza e di semplificazione anche nella biologia, per cui tutto si poteva ridurre a una sorta di principio primo esplicatore, la causa, il primo motore immobile. Elena D.: Invece il meccanicismo che vale per la fisica, non vale per un organismo vivente, che è la totalità, l'insieme: esiste una gerarchia nella vita, in cui ciascun grado di gerarchia dà dei linguaggi completamente nuovi. Se analizzo la cellula a livello delle molecole io posso stabilire delle verità parziali, che valgono per le molecole in questione, ma non per la cellula nel suo insieme, che ha già un linguaggio diverso, di un altro livello. Così come l'insieme delle cellule formano gli organi, che è un altro UNIPOL: DA 5 ANNI, AMICA PERTRADIZIONE AGENZIAGENERALE Via P. Maroncelli, 1O FORLI'- Tel. 452411 FRA LE GRANDI COMPAGNIE, LA PRIMA NEL RENDIMENTO DELLE POLIZZE VITA. CON ~Il! 1anco livello. come un altro livello è I'individuo. I diversi livelli di organizzazione non usano gli stessi linguaggi. L'errore è stato quello di pretendere di spiegare tutto con un unico linguaggio, quello del DNA, che è il linguaggio delle molecole, e questo è un falso. Se non basta conoscere la struttura del gene, visto che si esprime in maniera diversa, che senso ha fare tutta la struttura del genoma umano, se poi non sappiamo come questo si esprime? Anna G.: Secondo me c'è un passaggio ancora precedente. Diciamo, semplificando, che ciò che determina il funzionamento del1'organismo nei suoi aspetti più evidenti sono le proteine. un insieme di parole che a noi non diranno nulla Allora uno dei grossi limiti di questo progetto genoma umano è il fatto che di tutto il DNA, questo lungo affare di 3 miliardi di coppie di basi, soltanto una minima percentuale costituisce dei geni che danno delle proteine, presenti poi nel nostro organismo. E tutto il resto? Adesso si comincia a capire che il gene funziona in un certo modo, perché è messo in una certa architettura, che è in misura significativa costituita dallo stesso DNA, e in particolare da tutte quelle parti che non danno proteine, ma che fanno sì che quel gene che dà la proteina si trovi messo in un certo modo per cui può passare le sue informazioni. Di tutta la struttura che lo sostiene non si ha un' espressione diretta, ma indiretta, nella posizione appunto che ha quel gene per essere trascritto e poi tradotto. Oltre all'importanza che ha il capire la funzione architetturale di queste parti che non danno proteine, questo progetto, così come viene avanti, non riconosce nemmeno l'importanza di capire che una certa sequenza è quella che produce la sintesi della proteina "x" che ha a che vedere col colore dei tuoi occhi, ad esempio. Cioè l'importanza del collegare, ad ogni gene letto, il prodotto e la funzione di questo prodotto nell'organismo complessivo. Questo col legamento non c'è, infatti si dice che è un progetto che si muove su un'unica dimensione dello spazio, cioè legge una successione di unità. Quando andavo a scuola mi dicevano che la lingua etrusca ci era ignota non perché non si conoscesse la corrispondenza delle lettere, ma perché non si conosceva il significato delle parole! Qui siamo messi allo stesso modo: se si riuscirà a delimitare bene l'inizio e la fine del gene, si conoscerà una sequenza di lettere che formerà una sequenza di parole cui corrisponderà un insieme di parole che a noi non diranno niente. Parole insignificanti. Questa conoscenza su una direzione, andrebbe integrata con quella sull'altra direzione, che è il collegamento di ogni gene che viene sequenziato, cioè letto nella sua composizione, a quella proteina specifìca che ha quella funzione. Ed è quello che Sidney Brenner sta facendo con un nematode, un organismo molto più semplice di quello umano. Fa, cioè, l'operazione di leggere una lettera dietro l'altra, di vedere dove comincia e dove finisce la parola, ma per ogni parola studia quale prodotto funzionale le corrisponde e qual è il suo ruolo nel funzionamento dell'organismo di questo vermiciattolo. Questa è una critica che è stata fatta anche da gente che non è assolutamente all'opposizione preconcetta, che condivide la filosofia di base, pur contestando che questo sia un reale avanzamento delle conoscenze. Per questo secondo me è un grande fumo questa storia del progetto genoma, che non ci permetterà di sapere molto di più di quello che sappiamo adesso. le interazioni tra il genoma e il suo ambiente Elena D.: Alla fine del secolo scorso una delle querelle era che si credeva che gli acidi nucleici, siccome stanno nei cromosomi, servissero per la struttura; oggi siamo arrivati, non dico alle stesse conclusioni, ma al fatto che di tutto il genoma soltanto una minima parte ha una funzione informazionale e si è visto invece che moltissimo serve per la struttura, per le impal- ·cature dei cromosomi. Non tutto è informazionale. E l'informazione non sta solo nella sequenza delle basi, ma anche in come queste basi si ripiegano. Di nuovo ritorna il fatto che le strutture geometriche assumono delle informazioni. Il difetto di un muro portante può far crollare la casa ... Si legge spesso che il progetto genoma umano consentirà di fare grandissimi passi avanti nella lotta contro il cancro Anna G.: In fatto di tumori uno dei grandissimi problemi è che se tu li prendi in stadio abbastanza avanzato non ottieni un solo tipo di cellule alterate, ma una quantità di alterazioni diverse e si determina un tale sconquasso che tu puoi fare tutte le analisi che vuoi, ma non ne vieni a capo. Quando tu tratti un tumore con un farmaco, vi sono casi in cui tu riesci ad uccidere il 99,9% di tutte le cellule, ma ce n'è uno O, 1% che non viene ucciso, perché evidentemente è mutato fino ad essere resistente a quel farmaco. E questo O, 1% che sopravvive, trovandosi il terreno sgombro, si reCoop. Cento Fiori LAB. 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Mi pare che la grande complicazione e interdipendenza delle modificazioni che si producono nelle cellule tumorali non potranno mai essere ricondotte alla pura modifica di un singolo gene, ma richiedono, piuttosto, proprio la comprensione delle interazioni tra il genoma e l'ambiente in cui e con cui lavora. Con queste premesse se la manipolazione va avanti... Elena D.: E' qualcosa che tu non controlli. lo per esempio sono contraria alle cosiddette lotte biologiche, prese acriticamente, dove si usa il biologico invece del chimico: si altera un ecosistema di cui io sono già parte. Quando tu alteri una nicchia ecologica, cosa succede? Non conoscendo completamente l'espressione genica, ci sono pericoli reali quando si fanno, ad esempio, esperimenti di clonazione di un gene, di immissione di un gene in un organismo, oppure di sostituzione di un gene difettoso con uno normale. Noi veniamo da un'unica cellula-uovo fecondata, quindi il nostro patrimonio genetico è uguale, però lo sviluppo è espressione differenziale di questo genoma unico che abbiamo. Tutte le cellule di ciascun individuo hanno lo stesso patrimonio genetico, però quando isoli, ad esempio, il gene del1'insulina e lo dai al diabetico, questo gene nel pancreas fa l'insulina, ma se dovesse finire nella cellula nervosa che cosa succederebbe? Non lo sappiamo e non sarà facile saperlo. Anna G. Sul "progetto genoma" io condivido in buona parte quello che diceva Elena. Coi grossissimi investimenti che comporta, il "progetto genoma" e questa tecnologia in generale -biologia molecolare, ingegneria genetica- si candida a prendere il posto dell'industria spaziale. Gli investimenti sono dello stesso ordine di grandezza. Succedono degli eventi e la società, che in fondo è un organismo che reagisce con ciò che ha a disposizione, muta: durante la guerra fredda è andata fortissimo l'industria degli armamenti, che è un impiego di risorse non per creare, ma per distruggere. Queste risorse si sono spostate senza fratture ali' industria spaziale, che ha rappresentato, fra l'altro, un campo fondamentale di sviluppo per nuove tecnologie, con grandi ricadute sulla nostra vita, dai telefonini alle fibre, alle alte definizioni, alla miniaturizzazione. Rispetto a questo, io contesto che, soltanto facendo la guerra, si possa arrivare a queste scoperte o che occorra affrontare il "progetto genoma" per porsi il problema del cancro. non pochi Nobel hanno compagnie private Il "progetto genoma" può avere veramente, nella sua più vasta interazion,e con l'ingegneria genetica, un rilievo economico grandissimo: non a caso una parte considerevole dei capitali "di ventura", investiti nella Silicon Valley, non sono solo nel settore dell'elettronica, ma anche nella genetica e sono gestiti da compagnie molto spesso guidate da leader nella ricerca biologica. Non pochi premi Nobel hanno oggi la loro compagnia privata. Quello che mi fa arrabbiare è come tutto questo venga venduto, visto che oggi occorre tener conto anche del1'opinione pubblica, mettendo l' accento sulle possibili e tutt'altro che sicure ricadute benefiche per la sa1ute umana. Questa è veramente propaganda. • ~ quindicinale di cultura e attualità ,. dal sommarlo n. 22 - 15 novembre 1993 Maurizio Salvl India-Pakistan: Conflitti di nazionalità Raniero La Valle Diritto e coscienza Flllppo ~ntllonl Il videopartito di Berlusconi Rolando Marini La personalizzazione del potere Alberto Poggi Ambiente: Dopo il diluvio Glullano Della Pergola Ricerca: Quando i più bravi sono i propri amici Adriana Zarrl La morte prolungata Francesco Saverio Festa Il nuovismo che conferma il vecchio Stefano Cazzato Rai: l'ombra della restaurazione Ollvlero Motta Droga: Tra la guarigione e la morte Fiorella Farlnelll Scuola: ... e io ti boccio! Maria Patini Maschio, ritorna nella foresta Gabriele Smussi Organi umani: Il mercato dell'orrore Manuel Te)era de Meer/Marlna Nenna Minori: Giustizia senza amore Paolo Gallese È possibile creare un dinosauro in laboratorio? Paolo Gallese Manipolazione dell'embrione umano Carlo Molari Male colpa redenzione: Per evitare un pericoloso moralismo Giancarlo Zlzola Mani pulite in Vaticano Enrico Peyrettl Ballando con la morte · Roberto Aleasandrlnl Il teatro e la Bibbia Arturo Paoli Il progetto apocalittico Bruno Magglonl Come leggere oggi la Bibbia Maurizio Salvl Rocca/Schede: Eritrea Rubriche: Ci scrivono i lettori - Primi Piani Attualità - Scienza, Tecnologia e Società- Bibbia - Teologia - Cinema - Teatro - Tv • Arte - Fotografia - Letteratura - Musica - Riviste - Libri - Rocca/schede 64 pagine una copia L. 3.000 abbonamento annuale L. 60.000 Cittadella - 06081 Assisi richiedere copie saggio [mcoRRIERE ESPRESSO ~~(çl\JJ GROUP INTERNATIONAL ------------ FORLI' - P.zza del Lavoro, 30/31 - Tel. 0543/31363 - Fax 34858 RIMINI - Via Coriano 58 - Blocco 32/C - Gros Rimini Tel. 0541/392167 - Fax 392734 SERVIZIO NAZIONALE E INTERNAZIONALE 70 SEDI IN ITALIA UNA CITTA' 1 5

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