Una città - anno III - n. 26 - ottobre 1993

COME LE DONNE DI GERUSALEMME Rinunciare alla clausura per vivere da mamme l'esperienza di una casa e di una famiglia con i più sofferenti e sfortunati. La confidenza col dolore e con la morte in una casa aperta a tutti. Intervista a suor Gemma, della Casa della Carità di Bertinoro. L'Ordine si chiama "Ordine delle Cannelitane Minori per la Casa della Carità". A differen<,{ldellafamiglia cam1elitanache ha la clausura strettaper le sorelle e la clausura e l'apostolatoper i fratelli, le sorelle 4elle Case sono nella vitaattiva. "Siamocome dei cugini, vorremmo che quello che anima loro nella contemplazioone del Signore noi lo vivessimo coi fratelli." dice suor Gemma. E' statofondato da don Mario Prandi nel '41 sulle montagne del Reggiano. Suor Gemma, che ora ha 71 anni, ha iniziato allora con altre tre sorelle. Oggi nel mondo ci sono 35 case, di cui 7 in Madagascar. Le Case, proprio perché ''famiglie" e non luoghi di assisten<tl,rifiutano per principio ogni sussidio pubblico. Partecipa all'intervista, in corsivo nel testo, anche un volontario, Sauro Bandi, che, arrivato alla Casa in servizio civile 13 annifa, è ancora lì. La congregazione è nata in un paesino di montagna sopra il modenese, nell'Appennino tosco emiliano, vicino al passo delle Radici, nella Repubblica partigiana di Montefiorino. E la prima casa, infatti, fu un ospedale partigiano, dall'aprile del '44 fino ali' apri le del' 45, quando vennero gli americani ... Che allora portarono su anche degli ammalati civili, perché le strade erano tutte interrotte e i ponti rotti. C'erano i medici sfollati e quelli partigiani ... E ce n'era anche uno fascista: l'avevano preso e non 1•'avevano ucciso come gli altri, ma gli avevano detto di fare il medico. I primi tempi, mentre lui visitava gli am_malati, lo sorvegliavano armati, ma lui si dedicò con coscienza ai feriti e, pur mantenendo la sua idea, collaborò con noi. Quella fu la notra prima casa. C'erano degli ammalati come quelli che sono qui: bambini sordomuti, qualche cieco, qualche persona anziana, una piccola cerebropatica che non stava neanche seduta nella carrozzina e dovevamo tenerla nel lettino, piangeva olo ... Era una famiglia, persino in sacrestia avevamo messo le reti per far dormire gli ammalati e i feriti ... Don Mario aveva il senso della provvidenza, "Dio è padre" diceva, "allora penserà ai suoi figli"'. E infatti, in quel paesino sull' Appennino, a I000 metri di altezza sul mare, dove la gente era poverissima, ebbe il coraggio di iniziare senza nulla. Molti confratelli dicevano "Lui è mallo. chi li manterrà quei poveri!"'. Nel ·41 poi, quando abbiamo aperto, era il momento più brullo, perché durante il fascismo il governo aveva il controllo di tutto, tulio era tesserato, alimenti e stoffe, si doveva comprare coi bollini. Poi, nel '43, cambiarono un po' le cose, perché c'era la possibilità di fare il mercato nero e chi aveva soldi poteva comprare il latte, la polenta. il minestrone, lo zucchero, anche le cose adallc per gli ammalati. e non abbiamo mai avuto il dolore di non poter dare quello di cui uno aveva bisogno, perché come sorgeva una nece ità arri vava anche la provvidenza... on so quanto possa essere convincente il mio discorso, ma per don Mario era così. Era un clima familiare, si rideva quando era ora, si ascoltava la musica quando si poteva, si festeggiava il compleanno, la fiera quando c'era. Quando don Mario ne parlò la prima volta alle donne, le arniche dicevano a mia mamma "Ci andrà la vostra figlia" e lei rispondeva "Ah, questa poi no". E invece sono stata una delle prime quattro. Eravamo tutte di tendenze molto religiose e pensavamo anche ad una donazione al Signore, ma non subito, perché c'era la guerra e non si poteva entrare negli istituti. Una aveva in mente le missioni, una la clausura e anch'io pensavo da sempre alla consacrazione, ma non avevo mai avuto l'idea della famiglia, mi piacevano un po' tutte, poi avevo 18 anni, ero lì, lì venne quella proposta, come avrei potuto rifiutare? Mia mamma era un po· perplessa, aveva il timore che delle figliole così giovani in un'opera così affidata alla provvidenza, senza mezzi concreti ... E poi temeva anche che ci mellessimo in un ginepraio di calunnie -sa come succede in un paesino così piccolo?- perché noi eravamo giovani, ma erano giovani anche gli altri che collaboravano ... Invece non è mai successo niente, perché quando ci hanno visto al lavoro, quando hanno visto quello che facevamo, nessuno si è mai azzardato a dire che avessimo altre intenzioni. Le mamme dopo ci dicevano: ·'Vi hanno proprio trovato il lavoro!", perché nel '43 c·erano tutti questi ragazzi feriti ... Ma anche lì, grazie a Dio, non abbiamo mai avuto grosse difficoltà, potevamo avvicinare tutti. sia che si trallas e di curarli o anche di trasportarli da sole, quando non c'era nessun altro. Erano ragazzi come noi, bravissimi, e ancora oggi, dopo 50 anni, ci ricordano. E' sempre la stessa i11t11i-:.io11edella famiglia. La corresponsabilità è importante. nel senso che. in 1111 co11u111eistitlllo in genere. le perso11e11011pre11do110parte alla vita quotidiana della casa. per cui si trovano tavola apparecchiata e pran-:.opronto; invece i 11ostri ospiti partecipano ai co11111nilavori della giornata. dando il loro conI ributo secondo quanto sono capaun luogo ci, insieme ai volontari e alle suore. Questo è importante, perché a volte un anziano o un handicappato depresso, se motivato si sente rinascere ... u110che 11011ha le gambe, ma può usare le mani, si può occupare di i111boccareun bimbo o 1111handicappato e questo èfo11dame11tale. Sono stati falli studi da cui risulta che è molto importante 11011mellere i ciechi con i ciechi, i mongoloidi con i mongoloidi, 111a creare unospiritodifamiglia in cui possano stare insieme il bimbo con l'an-:,iano, eccetera; è meno deprimente e più terapeutico, perché uno può tirare fuori le potenzialità che aveva represso ... Ricordo benissimo un bimbo di Corticella che era venuto col palato schiuso. Doveva raggiungere 5 milioni e mezzo di globuli rossi, ma la mamma non riusciva ad alimentarlo in modo tale da sconfiggere l 'anemia che aveva. Ricordo che non parlava bene perché era stato appena operato, però andava a prendere lo zio che era cieco e lo portava a tavola quando era ora ... E di queste torie ne sono capitate tante. Lei/lo, 1111raga-:.zodi 20 anni, a111istico gravissimo, quando ce/ 'han110portato ci dissero che altri111enti il padre /'avrebbe ucciso o rinchiuso in 1111astrullura psichiatrica perché era molto violento contro di sé e contro gli altri. E i11fa11i lo pre11demmo anche 1111po' i11coscie11teme11te, sgombrammo 1111a camera i11tera.tulla per lui perché scagliava piatti, coltelli. ogni ogge110 e picchiava a11che. /11 famiglia c'era 1111persona a11zia11a,con una gamba pilÌ corta dell'altra. che co111i11ciòa dire che ''Se 11011 l'aiutiamo noi 11011ce /afa". E noi l'abbiamo anche 1111po' impedita, perché avevamo pa11ra che le facesse male. Gli psicologi che venivano su da noi 11011sapevano cosa fare. 1naquesw don11i11a.forsesolo perché gli voleva bene, co111incià ad andare nella sua camera e a sedersi vicino a lui sen-:.aguardarlo e toccarlo. Dopo qualche giorno andò di là con 1111ap lla e co111i11ciò a tirargliela. all 'ini-:,iosen-:.arisultato. Poi Lai/o co111i11ciàa ritirargliela e durarono per giorni a fare questo esercizio. Dopo ci hanno spiegato che prohabi/111e11tequesto aveva innescato un principio di relazione col mondo esterno; sta di fallo che si lasciò prendere per mano, poi accare-:.zare, poi baciare poi è uscito dalla camera fino al punto che andava incontro alle persone che arrivavano e le salutava... Di queste storie fra di loro ce ne sono molte, per cui direi che è fondamenta/e la famiglia ... Molte ammalate sono morte sorridendo. Ne ricordo una che assisteva un bambino. Stava lì vicino e lui la senliva quando veniva in sala con le ciabatte, perché trascinava un po' i piedi, e cominciava a sorridere. Poi lei si sedeva vicino a lui e quando stava poco bene diceva "Mi dispiacerebbe che morisse, ma mi dispiacerebbe anche morire e lasciarlo qui". E quando stava per morire don Giovanni mi disse "Vada a prendere il bimbo" e lui le fece una carezza con la manina, lei lo riconobbe, fece un bel sorriso ed è morta così... Aveva avuto una dedizione di anni e anni e con la sua pensione gli aveva comprato l'unico paio di scarpine di cuoio, invece di quelle di lana ... E' stata molto bella la morie della Maria. Era nata proprio qui, non era del tutto intelligente. un po' ritardata, senza familiari, noi l'abbiamo conosciuta che aveva IO anni; quando è morta, quella era c'erano tutte le signore della parrocchia, che i sono raccolte tulle intorno al letto. lo e !"altra suora ci siamo ritirate, c'era don Luigi, il dollore e lei si è vista circondata da tulli ed è stato molto bello, perché è spirata con intorno la sua gente, nelle orecchie il dialcllo del posto che lei non aveva mai abbandonato, le campane che aveva sempre sentito ... Le donne l'hanno vestita da sole e ognuna faceva come e fos e un congiunto. Perfino i ragazzi c'erano, è stato molto bello. Il fallo è che respirando questa atmosfera la morte assume un altro volto. Invece oggi si preferisce delegare la morte alr ospedale, così i bambini in casa po sono ancora vedere la televisione ... Poi abbiamo paura che si spaventino. ormai neanche i giornali faranno più gli annunci, perché è meglio non saperlo. Meglio non vedere la sofferenza, come e in quel modo i potesse annullarla. Invece no. E se

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