Una città - anno III - n. 25 - settembre 1993

fuori le 111ura .. Le difficoltà della scuola tedesca per i bambini italiani. La posizione della donna. Il problema della doppia nazionalità. Il rischio di una multiculturalità facile, da supermercato. Intervista a Maura Lucci. Maura Lucci Mundersbach vive a Mannheim, dove lavora come psicologa e assistente sociale al "Gemeinschaftzentrum ", centro sociale pubblico per la popolazione cattolica del quartiere Jungbusch. Che tipo di quartiere è quello in cui operi? E' il quartiere dove c'è la più grossa densità di stranieri di tutta Mannheim: lo Jungbusch, che significa "giovane cespuglio". Lo Jungbusch è conosciuto dappertutto aMannheim perché è il quartiere dei bar e i bar in Germania sono luoghi di spogliarello, "a luci rosse". Non è un caso che molti stranieri abitino in questo quartiere: gli affitti sono molto bassi perché le abitazioni sono estremamente fatiscenti e non ci sono fondi per la ristrutturazione. La tendenza del le persone che vengono allo Jungbusch è di fermarsi qua per un po' di tempo e poi trovare una "socia) wohnung", una casa sociale altrove, e andarsene. Ultimamente si è cercato di migliorare la qualità abitativa del quartiere. Oggi ci sono 3 studentati che sono stati inseriti per migliorare il tessuto sociale e per aumentare il numero dei tedeschi giovani. Nello Jungbusch ci sono 4700 abitanti: 2700 sono stranieri, il resto sono tedeschi, ma soprattutto anziani. Bambini tedeschi ce ne sono molto pochi e quei pochi sono figli di madri nubili, quindi fanno parte della fascia sociale più svantaggiata e si trasferiscono qui perché le case costano poco. Gli italiani sono solo un migliaio, mentre i turchi sono 1500. Poi ci sono famiglie jugoslave, famiglie spagnole e anche alcuni asilanten. Che cosa prevede la tua funzione? La mia funzione, sulla carta, è quella di occuparmi, da un punto di vista socio-pedagogico, della parte cattolica della popolazione dello Jungbusch. Concretamente significa occuparmi in prevalenza della seconda generazione, cioè dei nati qua e dei giovani. Organizzare, per esempio, per i bambini e per i gio- . vani, il doposcuola, perché la scuola in lingua tedesca per questi ragazzi presenta difficoltà estreme; quindi un doposcuola dove possano fare i compiti seguiti da persone che conoscono la lingua tedesca e che li possono aiutare. La scuola tedesca non è a tempo pieno; è una scuola solo per il mattino dove viene dato mollo valore al sostegno della famiglia. Invece queste famiglie non sono in grado di aiutare i loro figli, non parlano per la maggior parte la lingua tedesca e la capiscono in malo modo e i bambini sono lasciati a se stessi. 1'80% dei ragazzi .abbandona le scuole L'assistenza alla seconda generazione è quindi un punto fondamentale: quando sono bambini, per la scuola, e quando sono adolescenti, per l'ingresso nel lavoro. Si tratta di seguire il giovane perché trovi un posto di formazione in una fabbrica o presso un artigiano e contemporaneamente che continui ad andare a scuola ancora per due anni per potere raggiungere la formazione professionale conclusiva. Qui nello Jungbusch, I' 80% dei ragazzi abbandona le scuole. D'altronde l'emigrazione è essenzialmente una forlì 10/ 19 settembre 1993 via dragoni, 57 Verso SUD 1A ffSfA concerti, dibattiti, incontri in libreria, film... sabato 11 ore 22,00: "Il sud delle Radici" concerto del gruppo "BEVANO EST" lunedì 13 ore 20,30: Tom Benettollo, vice presidente ARCI e alcuni volontari di MIR SADA residenti a Sarajevo "JUGOSLAVIA: UNA GUERRA CHE Cl RIGUARDA" introduce Massimo Tesei - a cura di "Una Città" martedì 14 ore 20,30: Giulio Soravla, professore all'Istituto di glottologia dell'Università di Bologna "RELIGIONE ISLAMICA E OCCIDENTE" introduce Tamer Favali, segr. aggiunto CGIL Forlì - a cura dell'Ufficio Stranieri CGIL mercoledì 15 ore 20,30: don Albino Blzzotto, "Beati i costruttori di Pace" e Raffaele Barblero, coord.to Obiettori Forlivese "DIPLOMAZIAPOPOLARE, DEMOCRATIZZAZIONE DELL'ONU: IL RUOLO DEI POPOLI NELLA RISOLUZIONE DEI CONFLITTI" a cura di COI e Associazione per la Pace di Forlì giovedì 16 ore 21,00: Alide Tassinari, psicodrammatista, presenta "LO PSICODRAMMA ANALITICO: L'INCONSCIO E ILGRUPPO" (Freud - Lacan) sabato 18 ore 18,00: Clara Sereni presenta "IL GIOCO DEI REGNI" ed. Giunti sabato 18 ore 22,00: serata "I sud possibili" con i gruppi "38 SQUAD", "A.N.C." radical sound, "GENERAL JOAN", "I.N.F.D." di Rimini - Rap, graffiti, hip hop, ragga ingresso offerta libera emigrazione dal sud e i genitori che vengono dal sud di solito hanno alle spalle un abbandono molto precoce della scuola, mediamente dopo laquinta elementare. Non deve stupire quindi se poi troviamo un abbandono scolastico così elevato nei giovani. Ma allora cosa fare? La situazione del mercato del lavoro in Germania è tale per cui c'è sempre meno necessità di lavoratori non qualificati. Quindi se un giovane lascia la fonnazione scolastica senza qualificazione professionale, un domani non avrà grandi prospetti ve di lavoro. E tra i nostri, qui nello Jungbusch, abbiamo fatto i calcoli proprio ultimamente che 1'80% dei ragazzi abbandonano la scuola e quindi hanno davanti una prospettiva poco chiara. Allora io mi devo occupare di seguire questi ragazzi che possono frequentare la scuola, accornpagnarli, nel momento in cui abbandonano ripescarli, cercare di reinserirli nel processo di apprendimento, finché è possibile. E questo è solo una parte, perché si arriva ai giovani se si arriva alle madri, perché sono le madri quelle che si occupano dell'educazione. Quindi il tuo compito è anche di fare da tramite con la famiglia? Certo, i I ragazzo non viene certo da me spontaneamente. Si tratta di arrivare alle famiglie, conoscere i casi di disagio, stabilire un rapporto di fiducia con le famiglie, consigliare queste donne, fare anche un lavoro di apertura di queste famiglie. Il ruolo della donna del sud, che qui si ripropone, è quello di stare in casa; non esiste la radio o la televisione e anche se molti adesso mettono l'antenna per potere prendere la televisione italiana, questa gli parla di una Italia lontana e non della realtà tedesca. Dunque le informazioni, rispetto alla rete sociale, non arrivano a queste famiglie: come sono fatte le previdenze, i dottori, gli ospedali. Le informazioni che passano il più delle volte sono distorte, mancanti, non corrette. L'orientamento, anche quello nello spazio, è mancante: il nome delle strade, ecc ... così pure quello nel tempo. Pensa che qui la Krankencasse, che è la Mutua, viene chiamata "a grancassa". Quando io arrivai qua mi dissero: "Io c'ho a grancassa"; Io pensai: avrà un tamburo. La deformazione della lingua rende anche difficile la cornunicazione. Soprattutto tra le nostre donne recepire un sostantivo tedesco e capire cosa vuole dire è estremamente complicato. Noi operatori ci battiamo perché venga mantenuta la doppia lingua. Dico alle mamme: parlate il vostro dialetto, parlate l'italiano; ma siamo sottoposti a delle tensioni formidabili, perché gli asili, le scuole e le istituzioni dicono ai genitori: parlate il tedesco. Come possono delle persone analfabete e che non conoscono la propria lingua, perché è stato loro insegnato il dialetto e parlano in dialetto, insegnare il tedesco ai loro figli? lo assisto a dei casi di disturbi di linguaggio, disturbi di comunicazione, ritardo di sviluppo. dovuti al fatto che dei genitori ambiziosi si sforzano di parlare tedesco ai loro figli. Equesto è un altro problema che riguarda la tutela della seconda genera- - zione, perché a loro dobbiamo dare una lingua che è la nostra lingua e poi metterli anche in grado di imparare la lingua dell'ambiente nel quale vivono. disturbi di linguaggio dovuti a forzature Quindi deve essere un lavoro di apertura della mente, di informazione, di difesa e tutela delle famiglie, di cerniera con le istituzioni. Per esempio qui ora al lo Jungbusch abbiamo messo su un progetto di trasformazione della scuola in una scuola a tempo pieno. E' un progetto modello, perché non esistono precedenti qui nel Baden Wutternberg, ma noi del gruppo di lavoro siamo convinti che in un quartiere come questo, per una scuola come questa dove I' 87% dei bambini sono stranieri, sia necessario cambiare la struttura e tenere i bambini più a lungo, per dare loro una possibilità di stimolazione prolungata e una possibilità di apprendimento diverso. Ultimamente si è molto parlato, ed è stata anche una richiesta dei nostri lavoratori, di una legge quadro per l'educazione scolastica dei figli degli emigrati, che preveda I' insegnamento della lingua italiana nella terra di residenza e che preveda la concessione di un aiuto particolare per i bambini con difficoltà scolastiche. E io aggiungo anche che ci vorrebbe la presenza di un vero e proprio consultorio in lingua italiana. La presenza consultoriale potrebbe anche essere mobile, a giorni, istituita presso i consolati dove le famiglie possano andare a chiedere, perché abbiamo uno stato di disinformazione e di mancanza dcli' idea di educazione e dei concetti basilari del l'educazione che è spaventoso. lo ho lavorato nel servizio sanitario nazionale in Liguria e lavoravo coi bimbi handicappati, ma non ho mai visto tanti bambini con ritardi di sviluppo gravi, gravissimi, come qui in Germania. li meccanismo e il rischio che io vedo è quello di una grande chiusura. Perché, mentre al sud il bambino avrebbe razzolato per le strade insieme ad altri bambini, magari con i suoi deficit, ma almeno avrebbe razzolato, qui invece la donna, che non è in grado di avere una famiglia che la sostiene intorno, si chiude tra le pareti di casa, zittisce il bambino per non aver problemi con i vicini, lo tiene chiuso in casa. In questo modo il bambino viene privato anche di questo tipo di socializzazione e il suo sviluppo si arresta. Certo possiamo guardare al deficit come fa la scuola tedesca che seleziona e dice: scuola speciale, e via. Oppure viceversa possiamo dire: diamo degli impulsi, una possibilità di sviluppo, dei sostegni alla famiglia. Però questo possiamo farlo dove la famiglia ha fiducia in noi, dove la famiglia chiede. Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare? Ali' inizio proprio quella di conquistare la fiducia della gente, di essere vista come una persona alla quale rivolgersi in un momento di bisogno. E anche di chiarire per quali bisogni: all'inizio c'era richiesta di soldi, ad esempio. Sì, in un primo momento c'era una certa diffidenza, però direi che questa fase è passata. Ora vengono anche delle persone con delle domande di sostanza, con domande relative ali' integrazione, ali' educazione, alla gestione di problemi educativi e di conflitti: conflitti con la seconda generazione, connitti con la scuola, conflitti con le istituzioni ... Ma l'atteggiamento di diffidenza che rimane e che ancora sento è dovuto al fatto che quando un operatore sociale va troppo in una farnigl ia, quando c'è tutta questa dimostrazione di interessamento, in fondo la cosa è vista male: la famiglia si sente esposta. Mentre vorrebbe sbarrarsi verso l'esterno: tutto quello che succede ali' interno della famiglia, può essere qualunque cosa, deve rimanere dentro. Nel momento in cui si vede un operatore che va, o una famiglia che viene qui da me, è segno che c'è un problema. l'autonomia può costare l'essere tagliate fuori E un problema che mi tocca personalmente, è la posizione delle donne e delle giovani donne di provenienza del sud. E' una posizione molto difficile, non solo per gli italiani, ma anche per i turchi, perché le ragazze arrivano con la tradizione e la mentalità con la quale sono state allevate e si scontrano con una società dove alle ragazze viene richiesta una capacità di autonomia, di giudizio, di impegno, che non è capita o accettata, ma rifiutata. Ho visto delle ragazze farsi mettere incinta perché non erano capaci di trovare una loro via e questa è una soluzione tipica; la ragazza passa una notte fuori con un ragazzo e da quel momento lì è diventata una moglie. Che poi questa scelta sia sensata o insensata, voluta o non voluta, non so. Conosco una ragazza che si è rifiutata di sposarsi e da quel momento è stata vista come la puttana da tutto il suo parentado, per non parlare del parentado del suo promesso sposo ... Anche se, secondo me, per questa ragazza è stato un modo per crescere. Adesso lei ha un lavoro, però si tiene molto a distanza dagli italiani. Questo vuol dire che in questa società le ragazze, se si sviluppano in una direzione di autonomia, corrono il rischio di essere tagliate fuori dai propri connazionali, di non essere più accettate. Questo è uno dei terni più drammatici sulla situazione delle donne, perché non è possibile che una ragazza di tredici anni per poter avere uno spazio di autonomia e di crescita debba tagliare i ponti con la famiglia. Invece sono spesso davanti a questo problema. Adesso si parla di doppia nazionalità, diritto di asilo, di suolo ... Come vedi questa prospettiva? E' necessario che la inseriscano il più in fretta possibile, anche alla luce dei fatti che sono successi ultirnarnente, a Solingen ecc. Secondo me è veramente una decisione politica che devono prendere e smettere di palleggiarsi il problema degli stranieri. Gli stranieri sono un problema finché lo facciamo essere un problema. Quelli che hanno qui la loro residenza, che vivono qui da otto anni, devono poter avere la doppia nazionalità. I bambini nati qui devono poterla avere. Una nazionalità flessibile che si estingue nel momento in cui c'è un ritorno definitivo, ma che nel momento in cui uno è qua la può avere ... Certo, agli italiani interessa che vada avanti il Trattato del- ! 'Unione, però il discorso della doppia nazionalità sarebbe un passo avanti per la risoluzioni di queste tensioni, a questo punto veramente volute. C'è questa richiesta da parte dei nostri immigrati? · Non dai nostri, gli italiani non vogliono la nazionalità tedesca. Credo che gli italiani, e anche i turchi, avranno delle grosse resistenze rispetto a questo discorso. Certo, dipende da come viene formulato, perché la quantità di gente che sceglie di diventare tedesca è minima, ma questo è comprensibile finché esiste l'esclusività "o tedesco o niente". Però, ripeto, ci avviamo verso un conflitto sociale aperto e violento, questo perché i turchi, che sono la nazionalità più presente qua, non possono usufruire del Trattato dell'Unione, e perché il Trattato dell'Unione, che dovrebbe dare il diritto di voto a noi euro-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==