Una città - anno III - n. 25 - settembre 1993

B1 africane a cui facciamo riferimento non esiste e per cui se un anno non piove è una tragedia. Assimilare il principio dell'accumulazione porterà inevitabilmente alla distruzione della loro cultura: in grandi città come Nairobi o Malindi la concezione magica dell'esistenza, così tipica della cultura africana, è giàscomparsa ... Non la vedi, ma esiste. lo credo che sia ancora molto forte e che sia più che una semplice sopravvivenza. Certo è qualcosa che viene adeguato di volta in volta, che viene trasferito all'interno di ruoli sociali, di equilibri, di comportamenti che sono diversi da quelli originali, però l'aspetto magico continua ad essere un punto di riferimento fondamentale. Io ho fiducia nella tradizione africana perché è vero che esistono elementi veramente forti e non credo che la distruzione del1 'organizzazione sociale ed economica tradizionale significhi automaticamente l'assimilazione. Loro potranno usare gli strumenti del1' economia di mercato, però dentro a questo saranno sempre un'altra cosa. Se hanno saputo resistere negli Stati Uniti ed esprimere una cultura nera che è sostanzialmente diversa da quella bianca sul piano comportamentale, sociale, della comunicazione, significa che la cultura africana è qualcosa di veramente forte, quindi anche in grado di utilizzare i meccanismi del mercato dentro alle loro dinamiche sociali, dentro ai loro meccanismi di comunicazione. In spiaggia mi guardavo attorno e mi pareva di essere circondato da cadaveri; la gente qui ha una ricchezza materiale che è incommensurabile a paragone di quella posseduta dagli africani, ma sono cadaveri. L'africano ha una vitalità, una forza interiore, un rapporto con la vita, che credo sia indistruttibile. Non penso che questa forza sia manipolabile così semplicemente. Tornando agli interventi di cooperazione internazionale, credi che le azioni di carattere sanitario abbiano un impatto costruttivo? L'intervento medico, essendo in qualche modo asettico rispetto alla organizzazione della società, tanto che lo si può ricondurre anche ad un piano puramente assistenziale, è sicuramente positivo, anche se si potrebbero fare molte più cose salvaguardando quelli che sono i sistemi terapeutici tradizionali. Poi c'è il problema della disponibilità delle medicine, dei farmaci, perché la presenza del medico in sé non vuol dire che automaticamente ci sia disponibilità di farmaci. la formazione . ' . tecnica non e mai stato un obiettivo In termini d'intervento la cosa che non è mai stata fatta con serietà e con obbiettivi precisi, e di cui si torna a parlare ciclicamente, è quello della formazione di medici in loco: iI problema è quello di costruire una classe medica che abbia delle conoscenze tecniche, e non ideologiche, tali da mettere in atto dei processi di trasformazione della loro società. Perché è attraverso la formazione che si può veramente innescare quel processo di manipolazione culturale di cui parlavamo prima, cioè la capacità di ricevere e di reinterpretare. Invece la formazione non è mai stata un obbiettivo serio, non è mai stato pianificato come settore d'intervento, è sempre stato appiccicato ai singoli programmi perché nella liturgia ufficiale doveva comunque essere presente la voce formazione, ma spesso non significava niente. lo credo che se, dalla decolonizzazione degli anni '60 in poi, si fosse fatta la formazione seriamente i risultati sarebbero diversi. Su questo hanno delle grosse responsabilità anche i governi africani, perché è ovvio che fare formazione significa anche menere inmoto coscienze e i governi africani non sono mai stati così democratici da accettare tranquillamente un'eventualità del genere. le conseguenze dell'intervento sanitario E sicuramente anche l'Occidente ha aiutato molto a sbagliare perché non ha usato imezzi di orientamento che aveva, per esempio rifiutandosi di finanziare opere non prioritarie. In organismi sociali con equilibri così fragili come le società africane, l'intervento sanitario a livello di massa, che significa realizzare delle speranze di vita sostanzialmente maggiori che in passato, ha generato però una dinamica che pare avere contribuito ali' aumento delle carestie e dei morti per fame. Flagelli di una intensità senza precedenti nell'ultimo mezzo secolo, perché la società africana non è in grado di adeguare a questi cambiamenti demografici una produttività diversa. Si sono generate quindi contraddizioni molto forti, aumentate dal meccanismo degli aiuti alimentari, i quali dopo anni si sono rivelati come qualcosa che non favorisce la formazione del mercato, ma anzi lo uccide del tutto laddove esiste. La grossa difficoltà in Africa è, per ogni aspetto, appunto questa: riuscire a fornire degli elementi per una trasformazione non traumatica. Anche per i figli non esiste nessun comportamento che sia riconducibile ad una logica di programmazione: li fanno perché vengono e nessuno si pone il problema se farli o non farli. In una logica tribale è chiaro che l'aumentare dei componenti del clan determinava un aumento di potere, ma era una questione di potere all'interno del gruppo sociale a cui si apparteneva, in una logica di gestione del patrimonio che ci si ritrova fra le mani, e non un aumento delle capacità produttive. •· • Disinfestazioni . DerattlHaalonl • Dlslnfealonl • AJlontana•ento col-bi da edifici e monumenti • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturallstlche 47/00 Forlì - via Mtucc~24 (7.onalndustriak) TtL (0543)722062 Ttk/ax (0543)722083 GRUPPO ~~©(U) I ILICORRIERE ESPRESSO SERVIZIO NAZIONALE E INTERNAZIONALE 70 SEDI IN ITALIA FORLI' - P.zza del Lavoro, 30/31 Tel. 0543/31363 - FAX 34858 RIMINI - Via Coriano 58- Box 31/C - GROS Tel. 0541/392167 - Fax 392734 1oteca 1anco NOSl'ALGIA DI GIBUl'I Legione Straniera Nel porto una vecchia corazzata affida i suoi reni metallici all'onda minima di un mare imprigionato dalle banchine del molo. Due enormi grù erette su lunghe zampe da insetto preistorico vi incombono sopra in attesa di brancare una preda. L'affianca un piccolo caccia irto di cannoni rotanti, tutto racchiuso in se stesso e più minaccioso, in quiete, dell'indolente gigante. I pescatori somali, strette alla cintola le sottane di futa, spingono al largo le fragili feluche con pigre manovre. In città le casette a due piani si stendono in una candida casbah addolcita da leziosità orientali negli archetti moreschi. li mercato miscela odori di spezie, di pesce e di capra. Il grande bar della piazza centrale, sotto un portico di piatta squadratura occidentale, è gremito di legionari accompagnati a belle ragazze camite avvolte in garze splendenti di tinte vegetali. Qui ripetutamente le sedie e i tavoli di ferro verniciato si sono macchiati di sangue per attentati ai militari che lo frequentano. Una volta vi è scoppiata una granata, lanciata da chissachi, che ha steso sette ufficiali della Legione. Ed ora i loro chepì gallonati si possono acquistare a poco prezzo nelle stamberghe dei robivecchi. Gibuti, inverno 1990-9 I. Ci sediamo in questo bar e chiediamo una granatina. Piccola, per favore. Terra e sale Le fratture della Rift Valley passano anche di qui. Ma vi assumono l'aspetto più modesto di una faglia sconnessa che sega la crosta lavica quasi fosse una torta di castagnaccio spezzata con le mani. Questo paesaggio ferrigno, tempestato di piccole bocche vulcaniche, stimola la fantasia. Siamo in pieno miocenico, in era terziaria, circa 70 milioni di anni fa. Appena ieri, se è vero che la storia della terra si conta in 3000 milioni di anni. Calcare lNPOL ASSICURAZIONI questi basalti prearcaici dà una strana sensazione di assenza primigenia, di smarrimento in remote solitudini planetarie. Ma la roccia dell'incantesimo ridiventa un sasso qualunque quando metto un piede in fallo e rischio una storta alla caviglia. Improvvisamente mi si para innanzi una visione artica: il lago Assal accoglie, nelle piccole insenature, accecanti banchise di sale e stende una bianca coltre subacquea fino ad una linea di stacco dove comincia un blu d'acqua così intenso da sembrare dipinto da un pittore naif. In lontanza una montagnetta attorno a cui si muovono figure di fantasmi mi rimanda abbaglianti riflessi di sole. Da vicino scopro che quei bianchi sono neri: gli operai Afar, con la pelle calcinata di sale, lavorano di pala ad accrescere il mucchio, corrosi fino all'osso dall'arsura della polvere acida. Poco distante alcune donne vendono statuette di animali che sembrano di gesso e sono di sale. Distribuisco qualche moneta ma rifiuto la merce: ho la pressione alta. Avanti tutta Il nostro misterioso veliero dei sogni, la barchetta dei bimbi sulla pozzanghera, è uno yacht a due alberi che abbiamo noleggiato da Parigi. Coi tre dell'equipaggio,• skippercompreso, siamo in dieci e ci comprimiamo nelle minuscole cabine. Il "Dolmar" si inoltra nel golfo di Tagiura, un ritaglio di mare che, al terminale africano del golfo di Aden, già si prepara a divenire Mar Rosso. Navighiamo, alternando il motore alla vela, in uno scenariod' acque verdi e trasparenti come vetro di bottiglia, di isolotti calvi, di ruvidi costoni che si sgretolano in mare. Ovunque ci accompagna una festa di delfini impazziti. Approdiamo a Tagiura per fare rifornimento. La cittadina allunga in linea retta i suoi cubetti di case, al di qua e al di là di una strada. E' tutta lì. Sbalza un poco la piccola moschea. Intorno, un deserto di pietra senza confini. Forse RimUNIPOL: DA 5 ANNI, AMICA PERTRADIZIONE AGENZIAGENERALE Via P. Maroncelli, 10 FORLI'- Tel. 452411 FRA LE GRANDI COMPAGNIE, LA PRIMA NEL RENDIMENTO DELLE POLIZZE VITA. CON ~w DIFFUSIONE SPECIALISTARTICOLIDABAMBINO CENTROCOMMERCIAL«EILGIGANTE» BABYCROSS · GIGANTE ViaCampodeiFiori47100For1Tì el.0543/72102F3ax0543/724797 BABYCROSS · RIMINI ViaNuovaCirconvallazion2e1,47037Rimin(iFO)Tel.0543/777552 baud, precursore in poesia e in traffico d'armi, è passato di qua sull'onda di un cammello. Riprendiamo il largo ed affrontiamo la strettoia di ingresso alla parte finale della baia, il golfo del Ghoubet. Il mare si ingrossa e il cielo concentra su di noi un tormento di nubi. I marosi si abbattono sul panfilo sfasciandosi sulle fiancate e riempendo il ponte di schiume turbinose. Ma la nostra nave è inaffondabile. Scricchiolando e cigolando come una vecchia carrozza, si piega, si alza e si abbassa per riemergere sempre intatta dai suoi gorghi di sofferenza. Siamo troppo esaltati per avere paura. Questo sì che è navigare! Dopo un po' siamo tutti attaccati alle corde di protezione con lo sguardo rivolto al tumulto degli abissi. E vomitiamo in gruppo. Senza parole Questo mare accarezza la pelle coi tepori di un lenzuolo di fustagno. Io sono sempre in acqua. Dai tempi dell'infanzia, quando sguazzavo nei fiumi di casa perché i fiumi erano fiumi, non mi sono mai divertito tanto. Mi tuffo dalla barca, dagli scogli, dai costoncini protesi sulle terse lagune. Esploro, munito di maschera, i fondali fioriti di coralli dove migliaia di pesci di ogni forma e colore, sfoggiando iridescenze di scaglie embricate e fastosi flabelli di pinne, fingono di lasciarsi prendere per la coda per guizzare poi via e fermarsi a guardare ghignando da quelle loro bocche imbronciate. Il "Dolmar", al guinzaglio dell'ancora, ci sorveglia oscillando sullo specchio di un mare sonnolento. Al centro del Ghoubet sta l'Isola del Diavolo. E' una cupola di roccia compatta e levigata che sembra scodellata da uno stampo. Tutto intorno la spiaggia la circonda come l'anello di Saturno. Questo inferno è un vero paradiso. Basta stendersi di schiena sulla sabbia per trovare pace nel volo· dei gabbiani. Ma in questa parte di mondo non c'è proprio nessuno? Puntiamo sulla costa del "palmier". Sbarchiamo su di una scura pietraia da cui si divincolano i tronchetti contorti di cespugli straziati. Ma più in su, ali' ombra di una parete di montagna erta e corrusca come un bastione di fortezza, si rincuccia un mazzo di palme stente buttato là, come per caso, sul duro minerale del terreno. Lì accanto c'è un gruppo di pastori Issa, col suo gregge di capre denutrite. Il vecchio, il giovane, le donne e i bambini subiscono, muti, la nostra intrusione nella loro sosta meridiana. Il vecchio, col viso scaleno corretto da un flusso di barba, rimane seduto su di un sasso col suo bastone in pugno, come un imperatore in trono, e mi osserva taciturno mentre tormento una sigaretta con un accendino che non funziona. E' un uomo di natura, altero e selvatico, un prezioso residuo di primitiva innocenza. Infine sorride, fruga nella bisaccia e mi si accosta tenendo in mano una Ronson. Mi accende la sigaretta con gesto svelto, accennando al pacchetto che non ho ancora riposto. Glielo lascio tutto e comincio a fotografare, mentre quello continua a tacere, a fumare, a sorridere, a guardare. Finalmente ci siamo capiti. Fra noi fumatori... La vacanza è finita. Filiamo verso Gibuti e una ragazza canticchia:" rè proprio un bel Ghoubet..." Silenzio, si sparai Quando giungiamo a Parigi, agli amici francesi, che sarebbero dovuti partire con noi, ma che hanno rinunciato per timore dell'annunciato conflitto con I' lrak, imponiamo la vista della nostra tintarella tropicale. Non sanno che cosa si sono persi. Ci guardano stupiti. Come! Non lo sappiamo? A pochi passi da Gibuti i ribelli le hanno suonate al dittatore Siad Barre. Ed ora i dittatori sono due. Ma noi veniamo dal regno del silenzio dove l'uomo non esiste e quando esiste tace. Non voglio sapere nulla. Mi informerò in Italia. Ma ormai altri silenzi stanno per essere rotti. La Somalia non fa più notizia. Libero Casamurata Coop. Cento Fiori LAB. ART. f ITOPREPARAZIONI Via Val Dastico. 4 - Forfi Tel. 0543/702661 - Estratti idroalcolici in diluizione 1: 10 da pianta fresca spontanea o coltivata senza l'utilizzo di prodotti di sintesi. Macerati di gemme. Opercoli di piante singole e formulazioni con materia prima biologica o selezionata. - Produzioni su ordinazione Alimentazione Naturale Yoga Shiatsu via G. Regnoli, 63 Forlì tel. 0543 34777 UNA CITTA' 1 1 ..

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