Una città - anno III - n. 23 - giugno 1993

un punto di vista Come sta cambiando la vita quotidiana in Israele da quando sono comparsi i coltelli. Destra e sinistra che non sono come da noi. li problema difficilissimo dei territori. La settimana nel kibbutz dei sopravvissuti. Intervista a due giovani israeliani. Questa intervista, che esprime sicuramente unpunto di vista di parte, ma con grande franchezza e voglia di discutere, e che proprio per questo, a noi che vorremmo che curiosità, apertura mentale e, anche, voglia di amicizia fossero punti fermi del nostro Lavoro, è sembrata molto interessante, è anonima per una richiesta di Sara che rispettiamo. Che una ragazza israeliana riceva minacce anonime in una città come Bologna e resti "traumatizzata" da un 'imponente manifestazione di sinistra che verso qualunque israeliano comunicava solo odio, al punto di declinare, da allora, un'altra cittadinanza, quella del paese in cui sua nonna si rifugiò dopo Auschwitz, ci sembra una cosa molto brutta. Davùl. Ultimamente abbiamo parlato coi genitori e la situazione è che non si fa più camping, non si fa più picnic. E <;lanoi è molto più comune che qui andare ogni sabato a fare barbecue nei parchi, al lago di Galilea, al Mar Morto, perché è tutto vicino, sono posti stupendi ... Oggi non ci si va più. O meglio: ci sono quelli che ci vanno apposta, che si prendono il rischio coscientemente, perché dicono che se smettiamo di andare gli arabi prenderanno vantaggio e piano piano non potremo più fare niente nel nostro paese. E ci sono quelli che non vanno perché hanno paura, perché ora gli arabi li trovi dappertutto, in tutti i campeggi, e tu non ti fidi perché sono lì a fare barbecue con dei coltelli di 20 centimetri e ti viene il dubbio ... Sara. Quest'estate, eravamo noi due, mia sorella, il suo ragazzo e il fratello di David, e cercavamo un campeggio. Ci siamo sis5emati e dopo pochi minuti sono arrivate tre famiglie arabe, che, fra l'altro, sono sempre numerose. Hanno messo su tre barbecue e vicino a ogni barbecue sui tavolini dei coltelli così... Dopo cinque minuti ce ne siamo andati via. Sarebbe stato stupido restare lì, soprattutto a dormire la notte ... Davùl. E sicuramente loro non avevano nessuna intenzione, però ti prende la paranoia. Perché gli accoltellamenti stanno succedendo dappertutto, anche in posti sicuri come Tel Aviv, Jaffa. Addirittura a Batyam, dove se un arabo fa qualcosa di sbagliato è un guaio per lui, perché è gente tipo vostro sud, tutti di unità di combattimento, tutti di destra, la maggior parte hanno avuto amici morti, non stanno tanto a ragionare ... Ma anche lì ci sono stati accoltellamenti ... Quindi la paura è ormai dappertutto, in ogni strada, a ogni fermata d'autobus ... bimbi, donne, agire non agire, sparare non sparare Sara. Ed è una cosa nuova per noi. Ti facevo vedere questo giornale femminile, che è come il vostro Grazia, con un servizio -di aiuto ai consumatori- su tutti i corsi di autodifesa, sui costi, con tutto l'elenco delle possibilità. Un trattamento completo, corso, armi, eccetera, può costare anche alcuni milioni di lire. E anche allora, dice, non è assicurato niente. C'è l'elenco dei prezzi per pistola, pistola usata, corso per imparare a usare la pistola, schock elettrico, gas in bomboletta, corso di sopravvivenza, giubbotto antiproiettile ... e così via. Questo articolo è un segnale di quello che sta succedendo. Fra i nostri amici già due donne hanno fatto dei corsi. E l'ultima volta ci siamo accorti che è ormai normale portare le armi. Siamo andati con due jeep al lago per il deserto -una gita che abbiam sempre fatto fin da bambini- e almeno due, in ogni jeep, avevano la pistola: sono rimasta shockata, non ero abituata a vedere tante armi. Certo, in Israele soldati armati li abbiamo sempre visti, ma vedere civili con armi ... Sono già in commercio zainetti o portasoldi -quelli che si legano alla vitamuniti di fondina. E le mie amiche sono già esperte, riconoscono a vista chi è armato ... Non era così. David. Ci sono anche corsi preparatorii al servizio militare, che costano tanto, e i genitori pagano perché hanno paura che i figli non reggano e si ammazzino. E succede. Nel mio plotone ci sono stati due suici- B dhl primo mese di servizi(?. · a qucste cose non si venivano a sapere, si diceva "è morto durante azione" e così si dava alla famiglia anche un po' di orgoglio, ma oggi anche queste storie saltano fuori e credo sia un bene. L'addestramento è molto duro. Tre brutti mesi, durante i quali, per prepararti, anche giustamente, a quello cui andrai incontro, ti stressano molto. E può succedere che qualcuno non ce la faccia. Ci sono quelli "con troppa mente", delicati, magari anche pacifisti che non fanno gli obiettori perché sentono che l'esercito lo devono fare, e alcuni di loro non reggono ... Sara. Sono anche i tempi che cambiano e anche l'esercito deve adeguarsi. I ragazzi di oggi non sono più quelli del '48 che uscivano da una storia ... I ragazzi di oggi sono come i ragazzi italiani, delicati, bisogna trattarli un po' diversamente ... David. E invece la guerra è sempre brutta, e la gente non regge. lo, malgrado un mese e mezzo di addestramento molto duro, quando mi sono trovato in Libano, non ho capito più niente ugualmente ... vai in shock a vedere il sangue, i morti, le bombe ovunque, a non capire contro chi combatti. E immagino che Gaza non sia meglio, perché ci sono bimbi, donne, uomini, non sai chi ti butta, cosa ti butta. E non !.ai cosa fare: agire non agire, sparare non sparare ... Io stesso in Libano ho visto bambini di nove anni, con appena la forza di tenere il lanciamissile, sparare i missili. Che cosa devi fare? Tu non sai se sparare al bambino o no, ma lui è un soldato come te, lui con un missile ti sta ammazzando tutto il tuo plotone, i tuoi amici. Ora però si vedono più che .,. altro ragazzini che tirano dei sassi e ne muoiono molti... David. Il discorso del Libano è importante perché è là che inizia sia l'Intifada che la corro- " · sione del soldato. Come nel Vietnam c'è stata gente che è impazzita, ho degli amici impazziti durante le guerra. Non ci sono né case né niente, si vive in tenda, senza acqua, senza niente. Questa gente non combatteva fra l'altro normalmente, nel senso che uno spara e l'altro gli rispara dietro. Si andava lì col fucile ma con la sicura. E non potevi sparare prima che ti dessero l'ordine. E così si moriva, spesso per "purezza di armi", per non sparare, cioè, a bambini e donne. Però dal l'altra parte vedevi che se riuscivano a prendere un soldato lo macellavano sotto i tuoi occhi. Puoi vedere il tuo miglior amico -migliore non nel senso che lo conosci da una vita, puoi conoscerlo anche solo da un mese, però lui ormai vive con te 24oresu 24, il suo corpo è uno scudo per te e il tuo per lui- macellato così, con il sorriso sulla faccia, per il gusto di farlo ... Cosa devi fare? Andargli a parlare gentilmente? Quando sei lì non è facile. Io per fortuna non ho ammazzato nessuno, però spesso le persone agiscono per istinto, per paura. Due miei amici sono stati in galera perché hanno sparato per paura. Qualcuno sparava, loro non hanno avuto l'ordine ma hanno aperto la sicura e hanno cominciato a sparare ovunque. Li hanno messi in galera. Perché da noi si mettono in galera anche i nostri soldati. Che poi ci restino poco è un altro discorso ... Oggi, per fortuna, fra virgolette, c'è la legge che puoi sparare, in Libano non avevamo neanche quella. Oggi io non so come sia fare il soldato in Israele, però vedendo Gaza io penso al Libano. Quelli che voi chiamate sassi. spesso sono dei blocchi di pietra che ti buttano addosso dal terzo piano. Loro buttano per ammazzarti. Allora tu spari, magari al terzo piano dove c'è il bambino che butta giù i blocchi, e allora tu sei un assassino. Se tu lo chial11}assassinio io lo accetto, ma se- ~ ~o condo me non è assassinio ... C'è il rischio di un imbarbarimento della situazione? Si sta chiedendo la pena di morte? Sara. No. Se ne parla molto, ma mai in modo concreto. Pensa che uno dei temi che ogni anno viene dato ai ragazzi all'esame di stato è se "è giusta o no la pena di morte per i terroristi", ma questo anche per sentire il battito della generazione che sta per entrare nell'esercito. Credo che in realtà non ci sia nessun rischio di una introduzione reale. David. lo non lo so, sono a favore della pena di morte contro i nazisti, che esiste, quella, cioè, per "crimini contro l'umanità". E devo dire che quando un terrorista colpisce donne e bambini invece che soldati, sarei anche favorevole, ma dico che con loro non servirebbe comunque. Perché per ognuno che muore, ci sarebbe un santo in più da festeggiare, con il giorno del santo Abu eccetera. piano piano loro, e anch'io, abbiamo staccato tutti i fili E infatti c'è già il giorno della terra, il giorno dell'Intifada, il giorno dell'ultimo sceicco ucciso in Libano ... Per ognuno una festa, ma non nel senso di andare a fare barbecue, ma di fare casini ... Dall'altra parte chi pensa di fare un accoltellamento non pensa se tu hai paura o no, lui è un kamikaze, non ha paura. Lo fa pur sapendo bene che non potrà scappare, che potrebbe essere sparato o linciato ... E spesso sono stati salvati da donne israeliane che si sono buttate su di loro a proteggerli o dai soldati stessi. Fatto sta che si sta erigendo un muro di odio. Cosa porterà? Sara. Io posso dirti che ho paura. ma non sento odio. La mia generazione è cresciuta quando c'era questa politica di fare integrazione. Ci mandavano in gite scolastiche nei territori, era una cosa normale. Gli arabi li conosciamo bene, e ho anche rispetto per la loro cultura, però ho paura della violenza, da quando è cominciata mi sento insicura. David. I miei che sono di origine orientale, araba, avevano tanti amici che erano arabi, e lì, andare a visitare un arabo è la cosa più bella che si può fare, perché se sono amici, ti aprono la casa in modo così ospitale che solo gli arabi sanno fare, in un attimo tutta la casa è lì di fronte a te e puoi fare quello che vuoi, ti rispettano molto. Però poi, piano piano, loro hanno staccato tutti i fili. Questo non vuol dire che invece io non li abbia staccati. Anche se non è facile, cerco di essere obbiettivo: li ho staccati anch'io. Col tempo poi la paura è venuta da tutti due i lati. Sara. Ora noi dobbiamo decidere dove comprare l'appartamento per andarci a vivere. Prima pensavamo di andare vicino a mia madre, a Raa'nana, una città stupenda, ma è a I O Km dai territori, e non se ne parla più. Adesso voglio andare a Tel Aviv, anche se lì l'appartamento costerà il doppio. David. Oltre a Tel Aviv non vedo altri posti. AGerusalemme non ci andrei mai ad abitare. Anche se poi nella città vecchia, dove ci sono i quartieri di tutti, arabi, ebrei religiosi, armeni, eccetera, paradossalmente ci sono meno accoltellamenti. I bimbi dei religiosi vanno per la strada tranquilli perché gli arabi non li toccheranno mai, soprattutto vicino a casa loro. Lì se un bimbo venisse ammazzato ci sarebbe un massacro. Loro non sono come noi, sono fanatici nella religione e nel resto e non perdonano. E infatti è molto più facile che attacchino i laici, quelli vestiti come noi ... Comunque io a Gerusalemme non ci andrei mai. E' troppo mista. In altri posti sci maggioranza, e conta, ma non per essere più forte, ma per sentirmi più protetto. Tutto qui. Sara. Prima di venire in Italia, ho lavorato a Tel Aviv in un pub come cameriera, e tutti i cuochi erano sempre arabi. Era un po' prima che iniziasse l'Intifada, e lì con un ragazzo arabo, che quando non c'era il proprietario fungeva da capo del locale, perché era cresciuto lì e conosceva il lavoro meglio del proprietario, abbiamo lavorato insieme per tre anni, anche dopo che era iniziata l'Intifada. Quando partì, prima di me, per la Polonia venne a salutarmi. Un altro che lavorava in cucina ha dovuto smettere di lavorare. Quando iniziò l'Intifada venivano questi gruppi la sera nel locale a bere, e li minacciavano e alla fine hanno sparato al suo zio. Poi hanno smesso anche gli altri, e hanno cominciato a lavorare degli israeliani. dopo il Golfo mio fratello che era pacifista ••• Davùl. L'odio ora c'è e soprarrutto per ragazzi come mio fratello che ha dieci anni meno di mee la sorella di Sara che è appena entrata nell'esercito, il discorso è diverso, perché sono cresciuti proprio con I' Intifada. Mio fratello non voleva andare nell'esercito, per motivi pacifisti, ma dopo la guerra del Golfo ha proprio deciso che lo doveva fare. Ed ora è anche passato a destra. Anche tu ti dichiari di destra. Puoi spiegare? Destra e sinistra è diverso che qui. Sua sorella che prima delle elezioni era una pacifista di sinistra oggi è di destra. Io mi dichiaro di destra, non mi vergogno, ma non è che sono fascista o nazista o di qualsiasi altra lega, ho anche amici comunisti, anch'io voglio la pace, e so che costerà qualcosa, ma non la voglio a tutti i costi. Questa è l'unica differenza dalla sinistra. La sinistra vuole la pace però a qualsiasi prezzo. Chi ha fatto la pace in Israele è stata la destra e la destra è Shamir, che voi magari vedete come una testa dura, però lui sa quello che fa. Sara. Shamir e quelli della destra erano soldati ... Perez è il tipo cui interessa solo la poltrona al parlamento, invece a Shamir non gliene frega della poltrona, lui vuole Israele e basta. David. Rabin è meglio di Perez, ma ha tradito il popolo, perché aveva detto che non avrebbe dato il Golan e subito dopo aver vinto le elezioni, coi voti, fra l'altro, di quasi tutti quelli che abitano il Golan, ha detto che era disposto a darlo via ... Di Sharon non parlo perché è bravissimo come comandante, però lui è guerriero e basta. Magari era la soluzione iniziale per le guerre e anche per l'Intifada, però in senso militarista e a me anche se sono di destra non sta bene. Non mi sta bene che noi andiamo per le strade a fare i padroni. Ma non sono neanche d'accordo di dargli tutto, quando loro, oltre alla parola pace, non mi offrono niente. Tutto qui. Non è che noi vogliamo essere conquistatori, come dite qui. Va bene, abbiamo conquistato, ma la conquista è stata causata da un attacco da parte loro. Non è che io li ho attaccati e ho conquistato. E uno che apre una guerra ha il rischio di essere conquistato. Sara. Nella prima guerra loro erano sei paesi arabi, tutti contro di noi, con interi eserciti. Noi avevamo solo un aereo. David. Però la possibilità di prendere il passaporto glie l'abbiamo data, l'elettricità glie l'abbiamo data. L· acqua pure, anche se dicono che la distribuzione non è uguale. Li abbiamo accolti nell'Università, loro rhanno usata da quartiere generale. Perché io devo continuare a far funzionare un'Università quando loro la trasformano in un quartiere generale contro di me? La maggior parte dei palestinesi laureati in Israele dopo vanno in Giordania a sviluppare la Giordania, con le nostre tecnologie, le nostre informazioni, le nostre spese, e poi combattono contro di noi. Mi sta bene, che facciano quello che vogliono però con un certo codice d'onore, cioè combattendo contro l'esercito, contro una guerriglia, non a combattere contro donne e bambini ...

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