La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

MEDIA Balle spaziali. Bifo, Internet e iI futuro del la democrazia Vittorio Giacopini 1. Può rinascere - oggi - una "Controcultura"? Bella domanda. Un (bravo) 1,crittore di fantascienza - Nor man Spinrad - ha risposto così: "Il movimento controculturale è stato distrutto attraverso una presa di controllo della controcultura da parte della contro~ contro-cultura". Desolante. Audace esercizio di spensierata ruminazione controcon tro-cultu rale, piccolo (presuntuosissimo) manifesto della nuova politica del ciberspazio, l'editoriale di Franco Beradi (Bifo) su Internet e la democrazia (Destra e sinistra assenti telematici, "L'Unità 2", 16 ottobre) conferma la (mesta) diagnosi di Spinrad. La contro-contro-cultura è in ottima forma. Paul Virilio, dal canto suo, già aveva .detto un'altra cosa importante: "si sta preparando q\lalcosa di simile a un ciberculto". L'articolo del gran sacerdote Franco Berardi Bifo, prontamente, conferma anche questa "profezia". Ma ogni culto - si sussurra - ha sempre un credo e una fede e una religione. Infatti. Destra e sinistra, assenti telematici allinea molto velocemente gli articoli di fede, i dogmi, le preghierine della sera, i riti e le parole-mana dell'unico (ciber)culto che ci può salvare. Primo esorcisimo, prima cerimonia: "tranquilli ragazzi, non ci eravamo sbagliati", predica - e rassicura - Bifo. Ma forse bisogna fare un passo indietro (virtuale) e un po' di cronaca spicciola (reale). Più o meno, la faccenda è andata così. Durante l'estate, i "cibernauti" si sono presi un bello spavento. Hanno scoperto che la "rete" piace molto alla destra (N ewt Grinrich - si sa - va matto per Internet) e che ai "grandi teorici della virtualità" - a Toffler, a Barlow, a Gilder, all'Electronic Frontier Foundation - piace molto la destra. Brutta storia. Bifo ricorda con tenerezza l'infanzia felice della sua chielic sa virtuale. Agli inizi, il grande "rizoma neuro-telematico della rete" era sembrato un'illimitato territorio di libertà, una grande occasione rivolu- . . '' . . z10nana: un universo - recitano i vangeli - costitutivamente acentrico e dunque antiautoritario, libertario". "Ci eravamo sbagliati"? "La rete è più di destra che di sinistra"? Domande retoriche, naturalmente. "Tranquilli, ragazzi". Nel ciberspazio, le solite leggi del mondo politico moderno, semplicemente, non valgono più. Destra e sinistra, progresso e reazione, sono faro le vuote. Così, _perBifo, i male (apparente) s1 tramuta in bene. Lo spavento - metabolizzato - diventa un trampolino di lancio, un'occasione per (ri)pensare il mondo, un pretesto per disegnare la shilouette luminosa del nostro (prossimo) futuro di eccitati navigatori nel grande spazio "a-territoriale e multiplanare della rete". Destra e sinistra, assenti telematici, descrive - si intuisce - una rivoluzione copernicana e la fine di un mondo. Seconda cerimonia: un funerale. Per Bifo, - è ovvio - il gergo, le regole, gli schemi teorici della politica moderna sono obsoleti arnesi da museo. Nell'orizzonte ·ancora inesplorato della democrazia "proliferante" i ·vecchi punti cardinali "non hanno più corso": "l'intera problematica della democrazia rappresentativa", la "proprietà privata", la "regola di maggioranza", la forma - territoriale - dello stato, lo stesso schema destrasinistra. Chiacchere inutili, rumori di fondo, riflessi mentali ("newtoniani") condiziona ti da un passato morto. "Quando entriamo nella sfera virtuale" tutta questa pesante struttura si dissolve. Equidistante tra N ewt Gringrich e Norberto Bobbio, molto fedele al proprio ruolo di sacerdote, ermeneuta e vate della "caosmosi sociale tardomoderna"1, Bifo aggiunge al suo breve sermone una _preghierina e due - essenziali - parole di speranza. La "mitologia felice"2 della rete - schematicamente - è decisiva per la democrazia. Ma dobbiamo evitare le banalità, le trite cautele, il grigio riduzionismo degli "esperti". La preghierina di Bifo invita - mi sembra - a pensare in grande. Il buon cibernauta (hegelianamente) si muove sempre nel!' orizzonte della totalità, contempla sconfinati scenari di insieme, assorbe e parla la logica del tutto. Possiamo democratizzare Internet, le autostrade elettroniche, i grandi canali deWinformazione? Domande oziose, per il cibernauta. "Quando parliamo della rete non stiamo parlando soltanto di una tecnologia di comunicazione" o di uno "strumento di democrazia". Per Bifo; la posta in gioco è molto più alta. La "rete" - dicono i vangeli- è " un modello di democrazia nuova"3, un'anticipazione o un "paradigma della società futura". Ecco: la buona novella riguarda il futuro. Nel ciberspazio - nell'orizzonte "virtuale prodotto dall'attività simbolica degli esseri umani", nell'assolùta connessione simultanea tra "tutti i terminali umani"4, nell'immenso universo della totalità - apprenderemo un'altro linguaggio, altri codici J;>Olitici, altre, inedite, regole di vita in comune. L'heideggerismo alla rovescia di Berardi Bifo e dei suoi cibernauti (una Tecnica è l'Essere) scopre così una straordinaria verità generale - il Ciberspazio è il grande tutto infinito - e una sua (decisiva) postilla mistico-politica: "si può stabilire la maggioranza dell'infinito?". Tranquillli ragazzi, la risposta è no. Non si può; non è più necessario, soprattutto. Amen. 2. Ma forse la storia non finisce qui. Forse dietro lo schermo dell'idiozia, nelle profondità deW"oceano neurotelematico", lungo le coste frastagliate dell"'info-neuromagma"5, resta ancora qualcosa da dire (e da capire). Contro-contro-cultura allo stato puro, micro-mitologia per quarantenni depressi e adolescenziali (o per adolescenti secchioni e deprimenti), consolatoria liturgia per reduci, fiancheggiatori, tifosi di conflitti sociali immaginati

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