La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

te una riforma del settore. Eppure il mondo continua ad essere malato: fame, debito estero, analfabetismo, mortalità infantile, distruzione dell'ambiente, migrazioni, guerre, catastrofi naturali, lotte etniche, epidemie. Esistono interi continenti, l'Africa, l' Asia, L'America Latina, che vivono ogni giorno tragedie indicibili, permanenti. Un miliardo di persone che sopravvive con millecinquecento lire al giorno, e interi popoli senza casa, lavoro, istruzione, salute, due miliardi non hanno accesso all'acqua potabile. Tre milioni di bambini muoiono ogni anno di malnutrizione. E ancora: il degrado dell'ambiente i grandi spostamenti di popolazioni a causa della fame. Emergenze permanenti. Sulle quali è calato il silenzio. L'indifferenza. Dei politici, dei mass-media, della gente. L'America latiQa cancellata da globo terrestre. L'Africa abbandonata. Un silenzio di notizie e di azioni. È il primato dell'economia sulla persona, sul sociale, sulla politica - intesa come il bene di tutti. Le uniche che tentano di dar~ risposta a questo enorme divario tra Nord e Sud del mondo sono le Organizzazioni Non Governative (Ong) che realizzano progetti di "sviluppo umano", lottano contro la povertà, affermando il diritto al minimo vitale universale, la speranza di vita alla nascita, la salute, l' educazione, l'alimentazione, l'alfabetizzazione degli adulti, i diritti umani, i dirmi dell'infanzia, l'habitat, l'igiene, l'ecologia, i bisogni essenziali, l'autosviluppo delle popolazioni locali ecc. Inoltre egoisticamente, una buona cooperazione allo sviluppo creerebbe le condiziom di un diminuzione dei flussi migratori e dei grandi esodi biblici che si stanno verificando in alcuni continenti. La politica di cooperazione allo sviluppo in Italia è paralizzata e rischia di essere cancellata definitivamente. Forse perché oggi il mondo impoverito non serve più, non è più un possibile mercato. È necessario creare la coscienza che il mondo è "uno", e non è possibile pensare di salvarsi chiusi nelle nostre cittadelle assediate. La cooperazione allo sviluppo deve trovare una centralità sulla scena politica italiana. Il nostro ruolo, come Ong, di minoranze 'iQQ. o attive, di denuncia critica, ma anche di costruzione di laboratori di proposte concrete possibili, con una coerente logica di azione, superando la casualità e l'emotività. La strada è segnata: quella dell'importanza del rapporto diretto tra soggetti del Nord e del Sud, il passaggio dal volontariato alla cooperazione. La speranza è costituita dalla valorizzazione delle risorse umane e dei processi partecipativi organizzati o in fase di avvio, a livello di società civile, nei paesi del Sud del mondo, il ritorno a una dimensione di cittadinanza, di bisogni fondamentali della persona umana, di responsabilità di tutti. Non si può più delegare la cooperazione agli Stati, o l'emergenza alle agenzie specializzate: abbiamo sperimentato con la nostra esperienza, che è possibile ricoprire un rapporto di solidarietà tra popoli, persone, direttamente. La società civile è presente, è possibile rilanciare la solidarietà nei nostri paesi. Un esempio in questo senso ci viene dal Cips1, che ha recente men te realizzato un "Fondo Etico" per la solidarietà internazionale (per informazioni: 02-4079213) . Uno strumento alternativo di ricerca di nuovi finanziamenti con il protagonismo della gente, dei risparmiatori. È ormai indispensabile che le minoranze de Nord - invece di delegare a politici, giornalisti ed esperti - si riapproprino della solidarietà vissuta come pratica concreta di piccoli gesti di condivisione e di speranza, attraverso il sostegno diretto, facendosi carico di persone e gruppi sociali del Sud impoverito, e stabilendo con loro una relazione reciproca paritaria di scambio e di restituzione economica. Minoranze nel Nord e del Sud unite per lo tesso scopo ideale e gli stessi obiettivi concreti. Dopo l'oscurità degli ultimi anni, si deve riconoscere e praticare l'importanza aella politica italiana · di cooperazione internazionale, sia sul pia- . no qualitativo, sia su quello quantitativo. È urgente la rielaborazione della legislazione in materia. Deve essere privilegiata la 1 cooperazione popolar~ dir~tta_ delle orgamzzaz10m non governative, che si basano sullo sviluppo umano e il rapporto con le organizzazioni del Sud del mondo, secondo uno stile di auto-sviluppo. Per realizzare ciò lo sforzo maggiore è avere la capacità e l'umiltà di cercare nel Nord e nel Sud persone disponibili a investire nella solidarietà, sia sul piano umano di reciproca conoscenza, sia sul piano organizzativo di risposte concrete a bisogni essenziali attraverso progetti comuni. Perseguendo la qualificazione professionale e gestionale dei soggetti locali in modo che gli interventi siano sempre più rispondenti alle attese d1 autonomia sociale, politica, economica delle popolazioni. Questo è il minimo che tutti noi possiamo fare, caro Presidente. Dini, caro ministro Agnelli, e non chiacchiere vuote. E lo diciamo ai nostri parlamentari, ai nostri politici, più attenti al proprio cortile di casa che all'essere cittadini. del mondo. Questa è la sfida del Duemila. Per far fronte a quell'agonia della morale che è l'accettazione della povertà degli esclusi e degli emarginati del Nord e del Sud del mondo. •

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