La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

firmata. Tra la prima e la seconda chiamata un poliziotto si presentò all'azienda dove X. Y. è impiegato, cercandolo con la scusa che la sua carta d'identità era scaduta. Tuttavia, essendo la sua carta d'identità ancora valida, X. Y. non rispose nemmeno a questa chiamata. Alla fine di maggio due poliziotti si presentarono con il pretesto di portarlo alla stazione di polizia per un colloquio informati7?0,ma invece lo portarono direttamente in caserma dove fu detenuto per due giorni. Non gli fu permesso di parlare con il suo legale. Nel frattempo fu trasferito alla Detenzione Investigativa Militare a Belgrado, dove fu tenuto per due settimane senza poter ricevere visite né vedere il suo legale. Dopo queste due settimane fu liberato su cauzione. Il 22 giugno 1992 fu processato e condannato a cinque mesi di carcere.Dopo la sentenza il suo legale fece ricorsoalla Corte Suprema Militare di Belgrado che confermò lapena. Il nemico potrebbe essere un parente Il famoso avvocato di Belgrado Ivan Jankovic accertòche su circa 6.000 procedimenti penali aperti in Serbia fino all'estate 1993, solo circa un quarto arrivò ad esseredibattuto in tribunale. Egli ritiene che le sentenze furono leggere, molte furono sospese,i rilascifurono pochi. Egli stesso difese 11 accusati. Tra questi 7 disertori vennero rilasciati,tre ebbero la sospensionedella pena ed uno fu condannato a tre mesi di carcere. Per quanto riguarda le etnie delle popolazioni che furono chiamate alle armi, proporzionalmente i più numerosi furono gli ungheresi e gli slovacchi;meno gli albanesi, nonostante essi rappresentino lapiù grande minoranza etnica in Serbia. Solo tre disertori chiamarono il numero S.O.S. di Belgrado che fu installato per aiutare le vittime della discriminazione. D.D. fuggì durante il servizio obbligatorio in agosto 1992. La sua coscrizione era iniziata in luglio e fu immediatamente inviato al fronte di Prevlaféa dove partecipò ai combattimenti. All'inizio di marzo 1993 il tribunale militare lo accusòdi diserzione, rischia da una pena che va da sei mesi a cinque anni di prigione. Spiegò il motivo per cui abbandonò i/fronte: sua madre è croata, e non considera questa guerra la sua guerra. D.D. sta attendendo la s~a sentenza. G.M. non volle partecipare ad una esercitazione militare durante lo svolgimento del conflitto, disse apertamente al giudice che non voleva partecipare ad un guerra che non era la sua guerra. Fu condannato a 30 giorni di carcere. Non volle pubblicizzare il suo casoper timore di maltrattamenti all'interno della prigione. Spiegò il suo comportamento con motivi politici. Testimonianze personali D.M., un operaio meccanico, fu arrestato e condotto un posto di polizia per aver rifiutato la mobilitazione: "Se non vuole firmare la chiamata, la frontiera è aperta e lei è libero di andarsene". Io risposi: "Se avessi una patria di riserva me ne sarei andato da tempo". Altinizio dell'interrogatorio dissi che ero un membro del Centro d'Azione contro la-~uerradi Ada e · l'ufficiale replicò: "Questi pacifisti bisogne~ebbe allinearli lungo un muro e fucilarli, comunque hanno i giorni contati". Al Tribunale Militare di Belgrado il procedimento fu fermato. P. T. che fu arrestato ed interrogato dice: "All'inizio dell'interrogatorio dissi all'ufficiale che il Comando Supremo aveva dichiarato che durante la campagna elettorale e le elezioni non vi sarebbe stata mobilitazione. Non accettarono la mia spiegazione che ero un candidato dell'opposizione". P. T. fu multato. Dopo le manifestazioni pacifiste B.]., e S.j. furano picchiati, maltrattati e mandati al fronte con la forza, e più tardi accusati sulla base degli articoli 217 e 226 del Codice penale. Dicono: "Tutti se ne fregarono, inclusi i partiti politici e le opposizioni dei governi locali. Le sole onorevoli eccezioni furono persone del Centro d'Azione contro la guerra di Ada". "Abbiamo perseguito princi_palmente i riservisti. Specialmente individui delle fasce più basse della società, contadini. Rifiutarono di recarsi al fronte perché non sapevano dove, perché e a quale scopo dovessero recarvisi. Essi non erano preparati per la guerra". . Djordie Dozet, ex giudice militare ("Politika", 24 ottobre 1994) ':"9''. . . ·~ . P4CF F GUFRRA - . ,'i# ( . .: ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==