La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

Non è certo un caso se, in paesi "più evoluti" del nostro, lo sdoppiamento dei due volontariati - civile e militare - non è più una conquista dell'opposizione, bensì un'acquisizione della cultura del governo e della logica del potere. In Francia:, per esempio, la generalizzazione del servizio civile era uno dei punti qualificanti la campagna elettorale di Jacques Chirac, cioè di quello stesso presidente che ha da poco confermato un altro punto che non è ingeneroso accostare al primo, e cioè quello relativo alla ripresa degli esperimenti atomici. Va da sé che nessun riconoscimento, accostamento, integrazione significano necessariamente la contaminazione e il degradò di un servizio che resta comunque "civile", ma ci avvertono di quanto sia divenuta fragile o di quanto possa essere stata breve la sua relazione - che si credeva e si voleva automatica - con l'opposizione. Né si tratta di riaprire su questo punto un discorso ideologico, ma di lamentare una oggettiva crisi nella relazione con l'idealità - o per meglio dire in questo caso DISERTORI Bojan Aleksov Bojan Aleksov, è un giovane giornalista indipendente di Belgrado. I testi che seguono sono tratti da Disertori dalla.guerra in ex Jugoslavia, edizioni AlfaZeta, 1995 (il libro può essere ordinato alla casella postale 475, Parma Sud, Montebello). • Oltre alle immagini brutali di guerra, guerrieri e distruzioni che infuriano come una piaga attraverso i paesi della ex Jugoslavia da più di tre anni, i contorni di un'altra umanità ecoscienza hanno iniziato ad emergere. In questo paese tradizionalmente guerriero e militarista alcuni individui hanno rifiutato di imbracciare le armi e di andare a combattere. Alcuni soldati ed ufficiali sono fuggiti dai campi di battaglia, da città annichilite e villaggi in fiamme. Malti di loro si sono nascosti per mesi in granai e cantine, altri hanno abbandonato il paese. · Molte donne e uomini di un paese dove l'obiezione di coscienza contro la coscrizione è sconosciuta e la diserzione è la più grave delle colpe, hanno attaccato, nascosto, aiutato queste persone, sono stati essi stessi accusati di diserzione e di obiezione, e hanno considerato questi atti di resistenza individuale alla guerra la scelta giusta. Essi hanno seguito il messaggio di Anatole France che "è giusto disobbedire ad ordini criminali". Dopotu~to a Norimberga furono processati anche coloro che avevano semplicemente obbedito agli ordini. In alcune zone, intere popolazioni - Tresnjevac per esempio - sono insorte a difesa dei renitenti alla leva. Attraverso la resistenza contro le mobilitazioni e la guerra, le proteste quotidiane, le dimostrazioni, le petizioni, si con la coscienza e la sua inevitabile obiezione. È il "no" della coscienza ciò che viene prima e che resta sopra all'affermazione di un qualunque servizio civile: è questa difficile radicalità quello che ci difende dai vizi e dalle concessioni di un facile radicalismo riformista. L'obiettore è ancora in tempo a difendere un efficace e necessario servizio civile, ma prima ancora dovrà essere in grado di ridefinirlo, non soltanto orientandosi verso le forme e i modi della gratuità e della generosità meno funzionali ai disegni e ai calcoli del sistema sociale, ma soprattutto ritrovando la priorità e l'essenzialità del suo rifiuto. Rifiuto della guerra, ma prima ancora della morte, della malattia e del dolore, diceva ancora Aldo Cap~tini: infine la coscienza nasce da questo rifiuto e soltanto attraverso di esso si esprime. • sono forma ti i primi gruppi di pacifisti in Serbia (principalmente a Belgrado e in Vojvodina). Prima spontaneamente e poi in maniera più articolata, i pacifisti hanno iniziato ad aiutare i disertori e a promuovere l'obiezione di coscienza contro il servizio militare. Ma questo tipo di lavoro è ancora a carico di mille difficoltà e siamo solo all'inizio. Questa raccolta di articoli è il primo tentativo di mettere insieme e pubblicare alcuni documenti e note che aiutino ad evidenziare chi siano i disertori, quale sia la loro posizione e a quali problemi vadano incontro sia dentro che fuori dai loro paesi. Naturalmente queste crude cifre nascondono vere e spesso tragiche storie umane. La comunità internazionale, i mass-media e i governi sono per lo più rimasti silenziosi e sordi ai problemi dei disertori, degli obiettori di coscienza e dei pacifisti. Essi si sono opposti alla guerra con la propria logica e questa è una delle ragioni per cui le situazioni di conflitto continuano, senza soluzione in vista. La più grave carenza di questa rassegna sta nel fatto che contiene poche storie di vita ed esempi, ma ciò che è dovuto principalmente ad una ragione comprensibile: la sicurezza dei disertori stessi. Sfortunatamente anche molte azioni di solidarietà sono passate sotto silenzio, ma noi speriamo in una migliore occasioneper riprendere questo argomento, con migliori risorse, da una miglwre prospettiva politica e conpiù fonti di informazione. Il più grave pericolo consiste nel lasciareche tutto cada nell'oblio. Per il loro aiuto generoso e il sostegno nella realizzazione di questo progetto stiamo grandemente debitori al gruppo· di donne pacifiste "Donne in nero". Vogliamo anche ringraziare tutti coloro che con il loro contributo hanno reso possibile la pubblicazione di questo documento. Il caso di Subotica X. Y. nacque nel 1965 a Subotica Uugoslavia) da genitori croati, sposato con un figlio, è un ingegnere agricolo, mai condannato per alcun crimine. Fu chiamato alle armi per tre volte. La prima chiamata avvenne nell'ottobre 1991, ma sua madre rifiutò di riceverla. La seconda arrivò nel gennaio del 1992 e la madre rifiutò nuovamente di riceverla. La terza chiamata arrivò in mtf:zgio del 1992, mentre X. Y. era in viaggio d'afjari. Nessuna delle chiamate gli fu consegnata personalmente, e nessuna era

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