La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

collage, della citazione, del rifacimento e della contaminazione (della "cover" e del "crossover", come si dice in linguaggio musicale). Bene, verissimo, viviamo in un'epoca postmoderna. Ma, all'interno della contaminazione e manipolazione dovrebbero restare due elementi: da una parte il legame con l'esperienza (ci si può servire dell'artificio, della finzione, ma per esprimere emozioni e pensieri che sono autentici: una passione vera può nascere eia una passione finta - .come ha osservato Busi - però appunto deve diventare vera: .. ); e poi il legame con la "comunità", intesa almeno in senso metaforico (può essere cioè anche una subcultura: Ian Chambers diceva che oggi l'identità giovanile - dunque la comunità - non è·data dal territorio ma dal riferimento comune a gusti musicali); - Deaglio, a proposito del libro Terroni di Giancarlo De Cataldo, ha parlato di necessario legame con un 1uogo, e così gli scrittori latino-vnericani, anche quelli più surreali e immaginifici, insistono sul radicamento in una comunità e in na tradizione (_perq1;1antodispersa: _radicame~- to che può espnmers1 come nostalgia, come ncostruzione della memoria, come ironia ... ). I "giovani" (ammesso che se ne possa ancora parlare come un gruppo omogeneo) non rappresentano necessariamente· la speranza del futuro, la promessa di una luminosa palingenesi, ma rispecchiano sempre più (amplificandoli) conflitti e miserie della società circostante. Dato però che la giovinezza è periodicamente e irresistibilmente attratta dal radicalismo, si potrebbe pretendere da loro (con ri- · chiesta un po' moralistica) di parlare di sé e del mondo con una radicalità di cui oggi si ha un disperato bisogno. E naturalmente ben sapendo (noi adulti) che i giovani trovano sempre meno, nella società in cui vivono, quella cdsa indispensabile per ogni formazione che è la possibilità di identificarsi, mag;i.ri in modo conflittuale, con dei modelli aisponibili e comprensibili. ♦ GIOVANI SCRITTORI -VENTENNI DEGLI ANNI NOVANTA GiuseppePollice/li GiuseppePollicellistudia all'Universitàdi Roma. ~ Se si vuole intraprenderé un discorso sulla giovane letteratura italiana, è ii:tdis_p:nsabp~tenere presente quanto affetma il cntico F1hppo La Porta nell'introduzione· al suo saggio La · nuova narrativa italiana (Bollati Bori_nghieri, 199:>):"(_...) sarà ancora\ecito par\are ùi 'giovane narrativa'solo con uno slittamento semantico del termine 'giovane' in quello di 'nuovo', a indicare semplicemente la nuova generazione letteraria, i cui terni e personaggi però non riguardano necessariamente una s_pecificaidentità giovanile" Le opere .di scrittori giovani che, sem_prepiù numerose, vengono pubblicate in Italia da qualche anno in qua, evidenziano in effetti come ciascun autore segua un percorso sostanzialmente autonomo da quello degli altri, preoccupandosi soprattutto, in assenza di un progetto comune alla cui realizzazione offrire il suo contributo, di comunicare i · propri gusti, le proprie idiosincrasie- e, fondamentalmente, quella che è la propria idea della realtà odierna. C'è però u~ elemento che accomuna i lavori, altrimenti diversissimi tra loro per intenzio- -ni ed esiti, di Silvia Ballestra come di Enrico Brizzi, di Giuseppe Culicchia come di Nicola ,.. . ... . .. -: ~ . •· . SUOLE DI VENTO

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