La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

"Ecco di nuovo il nostro piccolo Mathis davanti alla sua rimessa, carico di pacchi e di tutto ciò che serve per un grande viaggio. Niente di superfluo, nonostante non ci sia quasi più spazio nel portabagagli per un thermos e un po' di vettovaglie. Controlla in sulla lista se c'è tutto ed è tutto a posto[ ...) Domani si parte! Sogniamo ancora una volta, questa notte, il sogno degli ultimi mesi: cielo blu, mare blu, palme alte, pini slanciati, rocce aspre, case str"aniere, personestraniere." 2 L'atmosfera della partenza dell'anno 1929, venne da allora agognata e vissuta da milioni di persone che fantasticando in auto la assaporarono quotidianamente. Prima di considerarla come veicolo per i pendolari, l'auto è stata un mezzo di piacere con il quale il mondo si faceva conoscere turisticamente. Lo sguardo turistico esplorò il mondo affascinato dalla "natura incontaminata", dai "costumi incorrotti" e dalle "meraviglie i?co~parabili": Roc~ia_e g?iaccio un te~- po vissuti come mmacc10s1, diventano nutnmento per gli occhi. All'idea di processioni e costumi, prima considerati retrogradi, si sostituì l'idea di una vita genuina. Le porte della città e le case con il tetto spiovente, per necessità pronte ad essere demolite, diventano testimoni piacevoli di un passato pieno di sorprese. Come sfogliando un libro illustrato, così si gironzola per i paesi, toccati e divertiti allo stesso tempo, e lo sguardo si sofferma sul partico- · lare, l'insolito, l'unico. È chiaro che questa percezione si differenzia in ognuno degli abitami .. Chi commercia con il pesce sulla Costa Azzurra o vive nella Foresta Nera dell'abbattimento di alberi, regala al mare o alla foresta un tipo di attenzione che con lo sguardo del viaggiatore non ha molto in comune. L'attrazione turistica di un luogo sembra crescere con la distanza dalle condizioni di vita abituali del viaggiatore. Nell'espressione "domani si parte" la libertà dalle regole e dalla routine a lungo aspettata si legò al piacere della possibilità di muoversi autonomamente, dove in entrambe le cose si realizza il desiderio di una vita non pianificata. La rièerca di un altro tempo e di un altro mondo, di vacanza dal tempo di lavoro e di distanza dalla metropoli, è strettamente collegata all'automobile. L'auto è in ques~o senso un viaggio profondamente romantico. L'automobile nel corso del tempo è divenuta la fuga dalla stretta quotidianità delle città verso il bene comune; con la motorizzazione di massa iniziarono allora intere migrazioni di popol_i, con le loro quattro ruote, per cercare il "fiore azzurro". Con la motorizzazione di massa non si ridusse soltanto il vantaggio di essere più veloci degli altri, ma anche quello di viaggiare più lontano degli altri. La forza attrattiva di un .luogo lontano - sia esso un laghetto nascosto o una baia solitaria - si fonda sul fatto che lì vi giungono soltanto in pochi. Proprio qui, i milioni di affamati della natura che per le vacanze legano sul tetto della macchina i loro tavoli da campeggio e le loro tavole da surf e sciamano al-laricerca della solitudine e di paesaggi piacevoli, involontariamente sono destinati a distruggere con la loro presenza quella stessa solitudine e quel godimento. L'attrazi'one del luogo lontano si nutre del!' accesso esclusivo; viene a cadere quando l'esercito delle automobili vi irrompe. Per di più questo esercito chiede transito dappertutto, con l'aumentare del traffico crebbe anche il disagio. Strade accerchiarono le sponde del laON THE ROAD go e parcheggi sbarrarono i pascoli; il mondo altro rispetto alla vita quotidiana industrializzata, divenne esso stesso industrializzato. E naturalmente la risposta immediata che all'usura del paesaggio si potesse ovviare attraverso la fuga verso mete più lontane, condusse in un vicolo cieco. Il luogo perde totalmente il suo segreto e per lo sguardo turistico non ci sono più sorprese a disposizione. Poiché così i vantaggi dell'auto diminuirono con la sua democratizzazione, si evidenziarono negli anni settanta accanto ai problemi ambientali dell'energia e del!' aria pulita, anche quelli sociali di un maggiore "consumo" automobilistico. Non si esaurì soltanto l'aria da respirare ma anche i desideri. Infatti con la motorizzazione di massa, gli intenti de] vantaggio individuale nella loro totalità portarono velocemente a conseguenze fatali. che trasformarono le intenzioni originarie nel loro contrario. Con atteggiamenti che non lasciavano spazio alla cooperazione, ognuno si comportò in modo razionale per sé, ma tutti in modo irrazionale per la società. Le antiche promesse erano disattese. Come i signori del tempo e dello spazio si trasformarono in un popolo di passeggeri e pendolari In occasione dell'apertura di un servizio automobilistico postale tra Friedberg e B-ad Nauheim nel 1906 la "Allgemeine AutomobilZeitung" riflette sulla differenza tra una coppia di cavalli e l'autoveicolo: "Chi prima voleva vedere la bellezza della nostra patria, doveva avere ed aveva molto tel')'lpoper raggiungere la meta con i vecchi venerandi mezzi di trasporto. Oggi la vita pulsa più velocemente e il traffico turistico diventa sempre più grande. Nel minor tempo possibile si vuole essere trasportati il più lontano possibile e la nostra generazione dal ritmo febbrile si è creata nuovi mezzi ditrasporto." 3 In queste frasi si coglie la nostalgia, il ricordo ancora vivo dei tempi andati, ma l'imperativo dell'epoca nuova si presenta già come inevitabile: "essere trasportati nel minor tempo possibile il più lontano possibile". La necessità di guadagnare tempo e l'amore per la distanza iniziarono a segnare la vita sociale e a dominare i progressi tecnici e i piccoli gesti della vita quotidiana. Quando la macchina a vapore e il motore a scoppio liberarono la velocità dalle catene del corpo, lo spazio e il tempo si misero improvvisamente in movimento. Con la ferrovia e l'automobile il tempo si accorciò _per una data distanza e la distanza per una data unità di tempo (circa un "viaggio giornaliero"): spazio e tempo non erano più immutabili, ma poterono essere accorciati e risparmiati; divennero risorse da manipolare e da sfruttare. L'automobile allora aprì grandi prospettive. Non poteva adesso ognuno pretendere di più da ogni giorno della sua vita ? E infatti, con la diffusione dell'auto, la caccia ai piccoli trionfi sulla distanza e sul tempo è diventata uno sport nazionale. E anche in questo caso il successo ebbe un effetto boomerang. L'anticipo sul tempo e sul percorso che i singoli possessori di auto avevano potuto gustare si è disintegrato con la motorizzazione di massa e ancor peggio: ciò che un tempo era un vantaggio è diventato moneta spicciola dai cui limiti di validità difficilmente c'è una via d'uscita. Se appartiene all'aspettativa generale disporre della velocità dell'auto, allora la vittoria sul tempo non reca più alcuna

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