Alessandro Dudan - Dalmazia e Italia

- 29 - mazia, bene amministrata, potrebbe riprendere la sua funzione di via transversale degli scambi fra Occidente e Levante, abbandonandola ad uno stato balcanico, l'Italia perderebbe la chiave regolatrice di queste relazioni -commerciali con gravi pericoli per le sue industrie, per i suoi commerci con l'Oriente. Ciò non vuol dire che si renda necessario negare ogni sbocco commerciale indipendentemente nell'Adriatico agli stati jugoslavi. Abbiamo veduto al contrario che ben 300 km. di sponda sul litorale croato, nelle baie di Neuro e di Topla e al sud di Antivari, sono all'occorrenza disponibili per gli stati non italiani, che tendono al mare italiano. L'importanza strategica della sponda dalmata risalta subito da una sola occhiata, gettata sulla carta geograf\ca. Da una parte dell'Adriatico, ad occidente dall'Isonzo a S. Maria di Leuca, una costa sabbiosa, senza porti, tutta bassifondi insidiosi al navigante, che - appena il mare si mette un po' in moto - deve rifugiarsi e poggiare verso la sponda orientale ricchissima di canali fra le isole e la terraferma e di porti protetti contro tutti i venti. Qui la nave più grossa costeggia le rive e approda ovunque, perchè la sponda rocciosa scende a picco nel mare, profondo subito da l O a 50 m. Ho presente una carta dell'Adriatico da un libro edito nel 1911 da professori dell'Università di Vienna; vi sono segnate con precisione tedesca le correnti marine. Voi le vedete in fasci di rapide frecce muovere dal sud al nord lungo la sponda orientale e poi per il golfo di Venezia scendere dal nord al sud lungo la sponda occidentale; altre tre correnti nella stessa direzione si biforcano, traversano l'Adriatico e raggiungono la corrente principale occidentale: una nello stretto di Otranto, l'altra fra le isole di Lissa, Pelagosa e Tremiti, la terza a sud di Pola. Ecco, come le mine abbandonate nelle acque di Dalmazia portano la strage sulle coste d'Italia. Senza tener conto dei venti, per i quali non v'è riparo che sulla costa dalmatica. Questo primo mese di guerra marittima è la prova migliore della necessità che l'Italia si riannetta la I>almazia. Qualsiasi altro Stato sulle coste dalmate sarebbe B;blioteca Gino Bianco

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