Alessandro Dudan - Dalmazia e Italia

18 - " giure delle altre città d 'I taHa. E noi abbiamo nelle città dalmate le istituzioni italiche del Podestà (sindaco), dc1 Giudici, del Consiglio maggiore, minore e generale, e le divisioni in nobili. cittadini e popolani (artigiani con le proprit maestranze). La repubblica di Ragusa, che vedèmmo sempre libera fino al 1808, ha il suo magnifico palazzo ducale (dei Rettori). il suo doge, il Rettore, che non può abbandonare il palazzo, finchè dura in carica, se non nei soli casi in cui ve lo obblighino doveri d'ufficio, ha il suo consi-glio generale. il Senato, il Consiglio dei Pregati e il Minor consiglio (il Consiglietto); i suoi ricchissimi archivi. ottimamente consèrvati, sono il più bel documento della latinità e dell'italianità civile e politica di quella repubblica. dalmati nelle scienze, nelle letteree nelle arti italiane. -Se la Da,lmazia ha glorie nelle scienze e nelle lettère, sono glorie unicamente latine, italiane. Non ci soffermeremo sulle sue glorie militari, pèrsonificate nei quattro imperatori dalmatici di Roma, fra i quali eccelle Diocleziano, e più tardi nei comandanti. delle flette e degli èSerciti di Venezia -contro i turchi ; ricordP-remo S. Girolamo, il protettore di quella provincia e uno dei maggiori padri della chiesa latina, l'autore della \'C'lgata, la traduzione massima delle sacre scritture; riprderemo S. Marino, il fondatore dalmatico della r.:pubblichetta italiana, chè porta il suo nome. La prima grammatica italiana fu scritta da Fortunio di Sebenico e Sebenico diede a Venezia la famiglia di Marco Polo. Arbe diede quel vescovo di Traù, De Dominis. che fu il precursore di Newton nell'analisi dèllo spettro solare e che dinanzi all'inquisizione dovette fuggirsene a Londra; Ragusa diede nel secolo XVIII. l'illustre astronomo e matematico Boscovich ; e nel secolo XIX la Dalmazia ànnovera tra i suoi figli lo storico zaratino Paravia, il Biblioteca Gmo Bianco

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